Bambini e adolescenti esposti allo iodio radioattivo sono più a rischio si sviluppare una malattia che cresce e si diffonde in fretta. Conseguenze simili per Fukushima.
A quasi 30 anni di distanza dall’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl arriva, purtroppo, la conferma di quanto si era a lungo sospettato: chi è stato esposto alle radiazioni è in pericolo di sviluppare le forme più aggressive di tumore della tiroide. Le prove arrivano da uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Cancer, che ha attentamente analizzato i dati relativi a quasi 12mila persone in Bielorussia che erano bambini o adolescenti all’epoca dell’esplosione del disastro nucleare nella vicina Ucraina. «Le conclusioni a cui siamo giunti sono rilevanti anche per le persone coinvolte nell’incidente avvenuto nel 2011 al reattore nucleare di Fukushima in Giappone, quando un terremoto causò uno tsunami che creò gravi problemi alla centrale nucleare» sottolinea Lydia Zablotska, autrice dello studio e docente del Dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica alla University of California di San Francisco.
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Data: 31.10.2014
Fonte: www.corriere.it
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