Il canale tv PBS ha mostrato in anteprima ai telespettatori americani il film documentario «I lupi radioattivi di Cernobyl» che racconta dello stato delle popolazioni di animali selvatici nella zona d’interdizione di Cernobyl, «un territorio che a tutt’oggi rimane troppo radioattivo per la vita degli uomini».
Lupi in un villaggio della zona radioattiva.
Come non è difficile indovinare dal titolo, i protagonisti del film sono proprio i lupi. «In quanto principali predatori in questo nuovo deserto, i lupi meglio di ogni altra cosa rispecchiano lo stato di tutto l’ecosistema in quanto, se per i lupi va tutto bene, questo significa che anche per le popolazioni degli animali che loro cacciano va tutto bene» – è scritto nell’annuncio della proiezione.
La «zona morta» di Cernobyl è diventata un paradiso per i castori, i bisonti, i cavalli, i pesci e gli uccelli. Le condizioni in essa non sono compatibili per la vita delle persone, ma la cosa, a quanto sembra, non preoccupa i lupi.
Come fa notare il critico tv del «New York Times» Michael Hale, dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Cernobyl non di rado è stato portato come esempio di quello che sarebbe potuto succedere con questo nuovo incidente. Tuttavia, scrive Hale, il film consente di guardare le cose in modo diverso: la vita si mantiene, nonostante tutti gli sforzi della razza umana per distruggerla – certo, non si parla per forza della vita degli uomini…
Michael Hale dà atto ai creatori del film per il profondo approccio al tema e anche a Vadim Sidorovič, l’esperto bielorusso di lupi che ha recitato in esso, che definisce “un ottimo personaggio”.
Alle riprese del film ha preso parte diretta anche Igor’ Byšnev, ecologo bielorusso, candidato in scienze biologiche, regista-animalista.
«Quando la cinepresa non si focalizza sugli animali, essa ci fa vedere i villaggi abbandonati, che ci ricordano gli scenari apocalittici hollywoodiani, ma sono ancor meglio in quanto veri. Gli alti edifici di cemento della città di Pripjat’ assomigliano a isole in un mare verde di enormi alberi; le piante crescono attraverso i pavimenti delle classi vuote delle scuole» – scrive Mike Hale.
«In queste strane decorazioni pastorali gli animali si fanno gli affari propri, trovando come utilizzare le cose abbandonate dall’uomo. I lupi si mettono sulle zampe posteriori per dare un’occhiata nelle finestre delle case, cercano la strada per andare sui tetti, che loro usano come punti d’osservazione» – si dice nell’articolo. L’autore invita a pensare a cosa succederebbe se a disposizione degli animali finisse l’intero pianeta.
La prima mondiale del film si è tenuta in Austria il 16 aprile 2011. Alla televisione bielorussa “I lupi radioattivi” è andato in onda il 26 aprile, in occasione dell’anniversario di Cernobyl.
Il film è stato girato unendo le forze di documentaristi di quattro paesi: Austria, Bielorussia, Germania e USA. Per girare il film “I lupi di Cernobyl”, della durata di 52 minuti, essi hanno di fatto vissuto sei mesi in condizioni estreme nella riserva ecologico-radioattiva del Poles’e (Bielorussia meridionale).
Il film “I lupi radioattivi di Cernobyl” è diventata la prima puntata della nuova e trentesima stagione del programma a puntate “Natura” del canale PBS.
Data: 21.10.2011
Fonte: www.naviny.by
Traduzione: S.F.
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