In Ucraina, oltre ai problemi politici, permane quello della diffusione
della radioattività, consolidato e confermato da un nuovo studio
scientifico focalizzato sulla minaccia di incendi nelle foreste
contaminate.
Secondo un team di scienziati, la radioattività presente all’interno degli alberi - nella zona chiusa - non sta decadendo come previsto e, se questi prendessero fuoco, il materiale radioattivo si diffonderebbe al di là di quest’area, grande più di 1.000 chilometri quadrati attorno alla centrale atomica e situata a 110 Km. a nord di Kiev.
Questa zona è stata oggetto di molti studi ambientali. Da essi si deduce che gli insetti e gli uccelli, che vi hanno scelto di vivere, sviluppano anomalie come becchi deformi, dimensioni strane delle piume e delle code ed un cervello più piccolo.
Pure la vegetazione è stata molto analizzata.
In un recente studio, pubblicato su Oecologia, gli scienziati che hanno studiato la zona a partire dal 1991, hanno rilevato e descritto, per quanto riguarda gli alberi, “un significativo accumulo di rifiuti nel corso del tempo”. Per “significativo” intendono affermare che gli alberi e le loro foglie non sono soggetti a cicli normali di decomposizione.
Ciò succede in particolare all’interno della Foresta Rossa, la zona boschiva immediatamente adiacente alla centrale di Chernobyl, dove gli alberi hanno assunto un colore zenzero e sono morti a causa di un forte avvelenamento da radiazioni nella zona.
In un’intervista alla rivista Smithsonian, l’autore di uno dei principali studi e biologo presso l’University of South Carolina, Timothy Mousseau, ha definito “sorprendente” questo mancato “decadimento della materia organica”, se rapportato al fatto che nelle foreste “normali” un albero caduto si riduce in segatura dopo dieci anni di permanenza al suolo”.
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Data: 15.03.2014
Fonte: www.progettohumus.it
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