Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

02/11/15

NOVOKEMP - AGOSTO 2015 - RELAZIONE DI ELENA



NOVOKEMP 2015

Quest’anno è stato il mio secondo anno a Novokemp.

L’anno scorso è stata un’esperienza meravigliosa e mi son detta: perché non ritornare?
E così ho intrapreso per la seconda volta consecutiva questo fantastico viaggio con Camilla e Gabriele – gli altri due “veterani” del gruppo – e le new entries Marco e Ilaria.


Con un volo da Malpensa con Camilla e Gabriele, dopo uno scalo ad Amsterdam, siamo arrivati a Mosca, abbiamo preso un treno per arrivare in città e un taxi per arrivare al nostro ostello, sulla Arbatskaja. Qui abbiamo trascorso un paio di giorni, per poi incontrarci con Marco e prendere il treno che ci avrebbe portato a Novokemp.

Tutto sommato il nostro viaggio su quello che chiamano “treno ubriaco” non è andato poi così male, anzi: 520 km, 9 ore di treno che però, tra qualche chiacchierata, un pacco di biscotti e uno di patatine e una bella dormita, sono passate piuttosto in fretta.

Arriviamo alla stazione di Uneča alle 5.30 del mattino, dove ci aspettavano Saša, il direttore del campo, e Katja, la nostra “mamma russa”. Dopo una ventina di minuti di strada dispersa nel nulla tra le betulle, arriviamo finalmente a Novokemp. È stato bellissimo, sono riaffiorati subito tanti ricordi e sembrava di non essere mai andata via da lì.

Sapendo già cosa ci aspettava e conoscendo già in linea di massima l’organizzazione del campo, ci siamo inseriti con più facilità rispetto allo scorso anno nelle attività e nelle dinamiche di Novokemp.

Sveglia alle 8.30, doccia, colazione e poi pronti per i nostri laboratori: balli di gruppo, lavoretti vari, yoga e laboratorio di italiano…

Dopo pranzo, durante le ore del riposo dei bambini, ci preparavamo per i giochi del pomeriggio oppure, quando andava meglio, avevamo anche noi il nostro momento di relax: andavamo alla spiaggia del fiume lì vicino o facevamo un tuffetto in piscina, specialmente la prima settimana, quando faceva decisamente caldo!

Poi pronti per i giochi del pomeriggio. Erano giochi a stazioni che seguivano le tematiche delle varie giornate: dal giorno dei pirati, a quello degli indiani, alla giornate internazionali, alle olimpiadi…

Finito il gioco si andava a cena, poi a seconda della sera ancora un gioco insieme oppure tutti alla discoteca del campo. Ed ecco che poi arrivava l’ora della planërka, la riunione dei collaboratori e dei responsabili delle varie semejke (le casette in cui erano divisi i bambini) dove si faceva un riassunto della giornata, evidenziando aspetti negativi e positivi in ciascun laboratorio, gruppo e casetta.

Nel nostro periodo di permanenza abbiamo anche avuto la possibilità di visitare paesi nelle vicinanze del lager, tra cui Novozybkov, dove si trova la sede di Radimici.

Queste tre settimane sono passate davvero in fretta e, dopo esserci salutati non senza qualche lacrima, veniamo accompagnati alla stazione di Brjansk, dove ci aspettava il treno che ci avrebbe portato a San Pietroburgo. Questa volta i chilometri da fare erano più di 1000 e le ore di treno ben 16! Arriviamo a destinazione alle 5.30 del mattino successivo e, dopo aver fatto colazione e aver lasciato i bagagli in ostello, iniziamo il nostro tour di tre giorni per questa città a dir poco fantastica.

Trascorsi i tre giorni, arriva l’ora di tornare in Italia, di finire un’altra esperienza fantastica che, anche quest’anno, la Russia ci ha regalato.

Come per l’anno scorso, questo viaggio mi ha dato la possibilità di fare esperienza con il russo, praticandolo nelle situazioni di vita quotidiana, di vedere Mosca e San Pietroburgo, due tra le città più belle che abbia visto fino ad ora, ma soprattutto mi ha dato tanto, veramente tanto, dal punto di vista umano.

Vedere i bambini sorriderti, contenti per il lavoro che fai per loro o per una semplice chiacchierata, vedere il loro interesse nei tuoi confronti, ritrovare vecchie amicizie e conoscenze e costruirne di nuove, passare tempo insieme ai nostri amici di Radimici, conoscerli meglio e apprezzare ancora di più il grande lavoro che fanno all’interno non solo di Novokemp, ma di tutta l’organizzazione… tutto questo è stato semplicemente fantastico!

Nella nostra ultima “performance” durante uno dei tanti concerti organizzati a Novokemp, dove ogni semejka organizzava una piccola esibizione, abbiamo cantato “L’isola che non c’è” di Bennato, spiegando ai nostri amici del campo, che per noi Novokemp è un po’ così: un piccolo mondo a parte, fuori da tutto, in cui ti senti un po’ Peter Pan, in cui i bambini ti contagiano con la loro allegria e il loro entusiasmo, un mondo che è difficile descrivere a chi non ci è mai stato.

Volevo ringraziare chi ci ha dato la possibilità di vivere ancora questa esperienza, tutte le persone magnifiche che ho incontrato, che mi hanno regalato anche solo un sorriso o un saluto, gli amici di Radimici che sono diventati la nostra famiglia russa e, infine, grazie ai miei super compagni di viaggio, senza di voi non sarebbe stato lo stesso!

Я люблю Новокемп, Novokemp I love you!

Elena Galimberti - 21 anni
Università Statale di Milano
(sede di Sesto San Giovanni)
Mediazione linguistica e culturale

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