NOVOKEMP 2015
Quest’anno
è stato il mio secondo anno a Novokemp.
L’anno
scorso è stata un’esperienza meravigliosa e mi son detta: perché non ritornare?
E
così ho intrapreso per la seconda volta consecutiva questo fantastico viaggio
con Camilla e Gabriele – gli altri due “veterani” del gruppo – e le new entries
Marco e Ilaria.
Con
un volo da Malpensa con Camilla e Gabriele, dopo uno scalo ad Amsterdam, siamo
arrivati a Mosca, abbiamo preso un treno per arrivare in città e un taxi per
arrivare al nostro ostello, sulla Arbatskaja. Qui abbiamo trascorso un paio di
giorni, per poi incontrarci con Marco e prendere il treno che ci avrebbe
portato a Novokemp.
Tutto
sommato il nostro viaggio su quello che chiamano “treno ubriaco” non è andato
poi così male, anzi: 520 km, 9 ore di treno che però, tra qualche
chiacchierata, un pacco di biscotti e uno di patatine e una bella dormita, sono
passate piuttosto in fretta.
Arriviamo
alla stazione di Uneča alle 5.30 del mattino, dove ci aspettavano Saša, il
direttore del campo, e Katja, la nostra “mamma russa”. Dopo una ventina di
minuti di strada dispersa nel nulla tra le betulle, arriviamo finalmente a
Novokemp. È stato bellissimo, sono riaffiorati subito tanti ricordi e sembrava
di non essere mai andata via da lì.
Sapendo
già cosa ci aspettava e conoscendo già in linea di massima l’organizzazione del
campo, ci siamo inseriti con più facilità rispetto allo scorso anno nelle
attività e nelle dinamiche di Novokemp.
Sveglia
alle 8.30, doccia, colazione e poi pronti per i nostri laboratori: balli di
gruppo, lavoretti vari, yoga e laboratorio di italiano…
Dopo
pranzo, durante le ore del riposo dei bambini, ci preparavamo per i giochi del
pomeriggio oppure, quando andava meglio, avevamo anche noi il nostro momento di
relax: andavamo alla spiaggia del fiume lì vicino o facevamo un tuffetto in
piscina, specialmente la prima settimana, quando faceva decisamente caldo!
Poi
pronti per i giochi del pomeriggio. Erano giochi a stazioni che seguivano le
tematiche delle varie giornate: dal giorno dei pirati, a quello degli indiani,
alla giornate internazionali, alle olimpiadi…
Finito
il gioco si andava a cena, poi a seconda della sera ancora un gioco insieme
oppure tutti alla discoteca del campo. Ed ecco che poi arrivava l’ora della planërka, la riunione dei collaboratori
e dei responsabili delle varie semejke
(le casette in cui erano divisi i bambini) dove si faceva un riassunto della
giornata, evidenziando aspetti negativi e positivi in ciascun laboratorio,
gruppo e casetta.
Nel
nostro periodo di permanenza abbiamo anche avuto la possibilità di visitare
paesi nelle vicinanze del lager, tra cui Novozybkov, dove si trova la sede di
Radimici.
Queste
tre settimane sono passate davvero in fretta e, dopo esserci salutati non senza
qualche lacrima, veniamo accompagnati alla stazione di Brjansk, dove ci
aspettava il treno che ci avrebbe portato a San Pietroburgo. Questa volta i
chilometri da fare erano più di 1000 e le ore di treno ben 16! Arriviamo a
destinazione alle 5.30 del mattino successivo e, dopo aver fatto colazione e
aver lasciato i bagagli in ostello, iniziamo il nostro tour di tre giorni per
questa città a dir poco fantastica.
Trascorsi
i tre giorni, arriva l’ora di tornare in Italia, di finire un’altra esperienza
fantastica che, anche quest’anno, la Russia ci ha regalato.
Come
per l’anno scorso, questo viaggio mi ha dato la possibilità di fare esperienza
con il russo, praticandolo nelle situazioni di vita quotidiana, di vedere Mosca
e San Pietroburgo, due tra le città più belle che abbia visto fino ad ora, ma
soprattutto mi ha dato tanto, veramente tanto, dal punto di vista umano.
Vedere
i bambini sorriderti, contenti per il lavoro che fai per loro o per una
semplice chiacchierata, vedere il loro interesse nei tuoi confronti, ritrovare
vecchie amicizie e conoscenze e costruirne di nuove, passare tempo insieme ai
nostri amici di Radimici, conoscerli meglio e apprezzare ancora di più il
grande lavoro che fanno all’interno non solo di Novokemp, ma di tutta
l’organizzazione… tutto questo è stato semplicemente fantastico!
Nella
nostra ultima “performance” durante uno dei tanti concerti organizzati a
Novokemp, dove ogni semejka
organizzava una piccola esibizione, abbiamo cantato “L’isola che non c’è” di
Bennato, spiegando ai nostri amici del campo, che per noi Novokemp è un po’
così: un piccolo mondo a parte, fuori da tutto, in cui ti senti un po’ Peter
Pan, in cui i bambini ti contagiano con la loro allegria e il loro entusiasmo,
un mondo che è difficile descrivere a chi non ci è mai stato.
Volevo
ringraziare chi ci ha dato la possibilità di vivere ancora questa esperienza,
tutte le persone magnifiche che ho incontrato, che mi hanno regalato anche solo
un sorriso o un saluto, gli amici di Radimici che sono diventati la nostra
famiglia russa e, infine, grazie ai miei super compagni di viaggio, senza di
voi non sarebbe stato lo stesso!
Я люблю Новокемп,
Novokemp I love you!
Elena Galimberti - 21 anni
Università Statale di
Milano
(sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione linguistica e
culturale
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