EMOZIONI A NOVOKEMP
La
nostra esperienza a Novokemp è cominciata dopo un viaggio durato 19 ore con partenza
da San Pietroburgo ed arrivo alle 9 del mattino nella lontana Uneča con due
facce sorridenti e curiose ad aspettarci sul binario, quelle della nostra
“russkaja mama” Katja e quella di Saša, il direttore.
Siamo
arrivati al campo insieme ai ragazzi che salutavano le famiglie per passare 20
giorni della loro estate in quell’atmosfera di libertà, gioia e divertimento
del loro amato Novokemp. Sì, dico il loro amato perché è bastato un giorno per
capire quanto i ragazzi siano affezionati a questo posto, la maggior parte di
loro tornava lì ogni estate, a volte per più di un mese. Già durante la
cerimonia di apertura tutti noi sei “avventurieri” abbiamo sentito l’affetto
che loro provano per quest’isola felice e persino per noi. Da subito, ogni
bambino ci avvicinava e ci riempiva di domande per conoscerci, ma la cosa più
sorprendente per tutti noi è stato accorgerci di quanto amore queste creature
hanno da dare ad ogni persona buona, ogni ragazzo fin da subito ci abbracciava
come se fossimo amici da anni, ed è stato bellissimo. Comunque, ci hanno
accolto benissimo anche tutti i lavoratori e collaboratori di NK, certo, la
prima sera è stata un po’ dura, specialmente per i miei compagni, riuscire ad
immergersi di punto in bianco in quel mondo di organizzazione istantanea completamente
in russo, ma è stato come un tuffo nella realtà nel mondo russo che tanto ci
piace e che tanto studiamo cercando di capirlo a distanza dai banchi
universitari.
Ad
ogni modo, abbiamo capito che il nostro ruolo nel campo è quello di incuriosire
i ragazzi a scoprire non solo la nostra cultura italiana ma tutte le culture in
generale. Noi siamo stati portatori di più culture intersecate con quella
italiana tant’è vero che durante la cerimonia ufficiale di apertura del campo a
luglio io ho sfilato con la mia bandiera, quella moldava, mentre Marvin
sfoggiava quella albanese e Sofia, Andrea e le Francesche portavano quella
italiana. Personalmente ho sentito un certo orgoglio nel veder issare nella
piazza di NK le bandiere dei paesi delle nazionalità di tutti i presenti. Veder
sventolare tutte le bandiere su uno stesso piano mi ha fatto capire che qui si
vuole essere uniti internazionalmente.
Durante
tutto il periodo della nostra permanenza, ognuno di noi ha tenuto dei
laboratori chiamati “kružok”, a cui i bambini sceglievano di partecipare
liberamente. Sono rimasta sorpresa dai risultati ottenuti da ogni gruppo già
dopo due giorni perché in solo sei ore di lavoro sono riuscita a mettere in
piedi con i ragazzi uno spettacolo teatrale, i miei compagni sono riusciti a
far imparare una canzone italiana, le ragazze hanno insegnato ai bambini a fare
i lavoretti manuali. È stato proprio durante queste ore di laboratori in cui
ognuno di noi ha potuto conoscere meglio e relazionarsi in maniera più vicina
con i bambini e la lingua non è quasi mai stata un problema perché ogni
ragazzo, così come anche i lavoratori, si impegnava a farci capire quello che
diceva e lo facevano con un interesse tale che nemmeno alcuni professori di
lingua hanno. In questo mese non sono nemmeno mancate le feste, abbiamo
festeggiato due anniversari importantissimi, il decennio dei “Patriot” e il
ventesimo compleanno di Novokemp, entrambe le feste sono state meravigliose ed
hanno coinvolto ogni singola persona presente, nessuno escluso. In conclusione,
questa è stata per me una delle esperienze più forti e belle che io abbia mai
vissuto, tanto che mi sono pentita di non aver partecipato a questo progetto
già l’estate scorsa. Continuo a sentire l’affetto dei bambini e dei lavoratori
di Novokemp pur stando a migliaia di chilometri, basti pensare che dopo due
mesi di assenza il giorno del mio compleanno ho ricevuto moltissimi messaggi di
auguri e tante attenzioni da parte di tutti loro.
Olga Sidencu - 22 anni
Università Statale di
Milano
(sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione linguistica e
culturale
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