AGOSTO
2015, NUOVAMENTE A NOVOKEMP
Insieme
a Gabriele ed Elena, come me nostalgici dalla precedente estate, Ilaria e
Marco, nuovi fantastici compagni di viaggio. È passato un intero anno, ma è
tutto così meravigliosamente familiare. Katja e Saša ci accolgono in stazione,
i loro giubbotti sgargianti li rendono visibili nelle tenebre notturne. La
nostra “mamma” e il nostro “papà”, in versione molto moderna, per queste
tre settimane. Saliamo sul furgone rosso scuro, tutto mi pare così naturale...
Sorrido ripensando alla sensazione di spaesamento che mi aveva pervasa l’estate
precedente, scontrandomi con questo mondo tanto diverso. E poi
betulle, betulle e ancora betulle... Tutto uniforme, ma forse la bellezza,
talvolta, risiede proprio nella monotonia. Rivedere al campo tante persone
conosciute, alcune riviste su Skype, è bellissimo. Lasciarsi l’anno prima con
un dubbioso arrivederci, tendente all’addio, e poi invece
riabbracciarsi. È tutto subito molto spontaneo, conosciamo i ritmi e
l’organizzazione del campo, dunque non ci sono gli iniziali imbarazzi o
incomprensioni. L’emozione più completa la vivo con i bimbi. Rivedere i bambini
già noti corrermi in braccio, increduli e felici per il mio ritorno, mi fa
pensare a quanto io abbia significato per loro. Non mi hanno dimenticata, si
ricordano il mio nome e le esperienze condivise! Vengono in massa al mio
laboratorio artistico, ed è bellissimo vedere la loro esaltazione dopo aver
creato una maschera o un pupazzetto colorato. Gli altri animatori sono
sorridenti e super organizzati, noi volontari italiani non capiamo come e
quando riescano a preparare giochi complicatissimi e travestimenti bizzarri, probabilmente
di notte, pensiamo.
Mi
aspettano anche esperienze meno piacevoli, come la fantastica iniezione di un
qualche strano liquido per contrastare una gigantesca puntura di insetto... Ma
il tutto si trasforma in un pretesto per ridere e bere insieme. L’atmosfera è
piuttosto rilassata, non ci sono scontri o litigi, è come se i malumori e gli
screzi siano vissuti in modo attutito. Non si vuol rovinare la magia del lager,
tutti tornano un po’ bambini e ovunque si vedono sorrisi che dicono “priviet!”.
Tutto
mi mancava di questo campo nel bosco, e me ne rendo conto mentre lo rivivo. Il
lavoro con i bimbi, lo stile di vita, la sensazione di completezza, i letti a
castello ultra morbidi. Non cambierei nulla, solo gli sbalzi termici forse,
migliori amici di raffreddore e tosse. Prima di arrivare ero piuttosto
scettica, temevo di rovinare il ricordo della prima esperienza qui, pensavo che
mai mi sarei potuta divertire allo stesso modo. Invece è stato diverso, non
migliore o peggiore. Diverso, e non confrontabile. Nuovi compagni di casetta,
altre persone, altre avventure ed emozioni... Ma pur sempre bellissimo. L’unica
sensazione simile è stata il senso di profonda nostalgia che mi ha pervasa
durante il viaggio di ritorno, vedendo le casette colorate allontanarsi e la
nostra famiglia russa al cancello.
Famiglia,
sì, perché è così che ci sentivamo. Una grande famiglia multiculturale, con
tanta voglia di stare insieme facendo cose belle, condividendo abitudini e
pensieri di fronte al fuoco della capanna. E mentre ci allontanavamo da questo
mondo altro, mi è venuto naturale pensare “arrivederci, Novokemp”!
Camilla Carrara - 20 anni
Università Statale di
Milano
(sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione linguistica e
culturale
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