STASERA SI GRIGLIA
RAGAZZI… A CHI TOCCA ANDARE ALLA PLANËRKA?
Questa
estate ho trascorso il mese di luglio in un ridente boschetto nel sud della grande Russia, per meglio dire nella
regione di Brjansk. In questa zona viene
organizzato un campo per ragazzi… Novokemp per l’appunto; ce ne sono di tutte
le età (8-16) e sono molto pericolosi, perché creano dipendenza, dopo la prima
volta che ti saltano addosso, che ti abbracciano, che ti vengono in groppa,
davvero non vorresti più lasciarli.
Io
sono partita con cinque amici e nessuno di noi voleva più tornare, eravamo tutti
stregati dal fascino del luogo e in misura ancora maggiore delle persone
meravigliose che abbiamo incontrato.
Tanto
per iniziare mi sono abituata presto alla vita sfrenata che si conduce lì,
davvero non puoi fare a meno di farti travolgere dalle loro giornate e di
viverle a pieno, tanto che io ho dei ricordi netti solo dell’arrivo,
successivamente i giorni si mischiano e si fanno più confusi.
Mi
ricordo chiaramente però che appena arrivati ci hanno invitati a prendere il tè
nella nostra deliziosa casetta in legno, di quelle che ti aspetti di vedere nei
boschi delle favole vicino a un laghetto. Nella stanza principale ci sono
tavolo, tv e dispensa, motivo per cui fungeva anche da quartier generale per
quando gli animatori adulti si riunivano. Le altre stanze erano le nostre
camere; la fase successiva a quel tè è stata davvero traumatica, la nostra
mamma di là, Katja, ci ha fatto
conoscere Sveta, la quale ci ha spiegato in un monologo di due ore quello che
avremmo dovuto fare, inutile dire che nessuno di noi ha capito molto, quello
che so è che il campo e le attività erano talmente tanto ben organizzate che
riuscivano a farle venire bene anche se noi italiani non capivamo esattamente
quello che stavamo facendo.
Nel
corso del mesetto passato lì abbiamo sviluppato i laboratori, si tenevano tre o
quattro volte a settimana, e dovevamo inventare qualcosa da far fare ai
bambini: scooby-doo, braccialetti, spettacoli teatrali, canzoni. Dopo la paura
iniziale (dovuta al fatto che… «Ma devo spiegargliela in russo sta’ roba?») ci
siamo sbottonati e i bambini si
divertivano moltissimo, inoltre ci davano una mano con le parole che non
conoscevamo. Le sere erano scandite da serate pazze in discoteca, che facevamo
in una delle casette più grandi, il CLUB; ma anche dagli spettacolini che
saltavano fuori davvero come i conigli dal cappello del mago, nel senso che di
sorpresa e in modo inatteso ci chiedevano di imbastire uno spettacolo su un
tema e di entrare in scena come facevano i bambini delle squadre. A questo
riguardo posso dire che il “trauma forte” è solo con il primo, dopo la
figuraccia iniziale in cui abbiamo tentato di cantare “Gianna, Gianna, Gianna”
in russo e con parole reinventate da noi… be’, direi che vale il detto “dal
fondo si può solo risalire”.
Abbiamo
passato abbastanza pomeriggi a inventare e a provare questi spettacolini, devo
dire che i bambini si divertivano molto e questo ci appagava completamente,
ogni volta prima di entrare in scena volevamo scappare… vedendo quanto erano
belli i loro di spettacoli, ma poi era sempre un successo da farci commuovere.
Dopo
una giornata molto stancante ma bellissima, e dopo aver partecipato alla famosa
planërka serale, non era affatto
finita, i capi degli animatori organizzavano grigliate e feste ogni sera, la
vodka scorreva a fiumi e il banchetto era sempre imbandito di carne grigliata,
lardo e ogni bene di questa terra, a volte si concludeva con la meravigliosa banja, una sorta di sauna russa a cui ci
hanno iniziato la notte d’arrivo di un pezzo grosso del campo. A ripensarci mi brillano gli occhi e ritorno
con i pensieri là, in quella meravigliosa atmosfera in cui si respirava il
profumo del fumo della griglia, ma anche del freddo della sera inoltrata, del
caldo che ti danno le risate degli amici vecchi con cui sono arrivata, di
quelli nuovi che ho conosciuto lì e che non smetterò mai di ringraziare per il
tocco che hanno dato a questa esperienza magica.
Sofia Sangiorgi - 21 anni
Università Statale di
Milano
(sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione linguistica e
culturale
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