Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

02/11/15

NOVOKEMP - LUGLIO 2015 - RELAZIONE DI SOFIA



STASERA SI GRIGLIA RAGAZZI… A CHI TOCCA ANDARE ALLA PLANËRKA?

Questa estate ho trascorso il mese di luglio in un ridente boschetto nel sud  della grande Russia, per meglio dire nella regione di Brjansk.  In questa zona viene organizzato un campo per ragazzi… Novokemp per l’appunto; ce ne sono di tutte le età (8-16) e sono molto pericolosi, perché creano dipendenza, dopo la prima volta che ti saltano addosso, che ti abbracciano, che ti vengono in groppa, davvero non vorresti più lasciarli.


Io sono partita con cinque amici e nessuno di noi voleva più tornare, eravamo tutti stregati dal fascino del luogo e in misura ancora maggiore delle persone meravigliose che abbiamo incontrato.

Tanto per iniziare mi sono abituata presto alla vita sfrenata che si conduce lì, davvero non puoi fare a meno di farti travolgere dalle loro giornate e di viverle a pieno, tanto che io ho dei ricordi netti solo dell’arrivo, successivamente i giorni si mischiano e si fanno più confusi.

Mi ricordo chiaramente però che appena arrivati ci hanno invitati a prendere il tè nella nostra deliziosa casetta in legno, di quelle che ti aspetti di vedere nei boschi delle favole vicino a un laghetto. Nella stanza principale ci sono tavolo, tv e dispensa, motivo per cui fungeva anche da quartier generale per quando gli animatori adulti si riunivano. Le altre stanze erano le nostre camere; la fase successiva a quel tè è stata davvero traumatica, la nostra mamma di là,  Katja, ci ha fatto conoscere Sveta, la quale ci ha spiegato in un monologo di due ore quello che avremmo dovuto fare, inutile dire che nessuno di noi ha capito molto, quello che so è che il campo e le attività erano talmente tanto ben organizzate che riuscivano a farle venire bene anche se noi italiani non capivamo esattamente quello che stavamo facendo.

Nel corso del mesetto passato lì abbiamo sviluppato i laboratori, si tenevano tre o quattro volte a settimana, e dovevamo inventare qualcosa da far fare ai bambini: scooby-doo, braccialetti, spettacoli teatrali, canzoni. Dopo la paura iniziale (dovuta al fatto che… «Ma devo spiegargliela in russo sta’ roba?») ci siamo sbottonati  e i bambini si divertivano moltissimo, inoltre ci davano una mano con le parole che non conoscevamo. Le sere erano scandite da serate pazze in discoteca, che facevamo in una delle casette più grandi, il CLUB; ma anche dagli spettacolini che saltavano fuori davvero come i conigli dal cappello del mago, nel senso che di sorpresa e in modo inatteso ci chiedevano di imbastire uno spettacolo su un tema e di entrare in scena come facevano i bambini delle squadre. A questo riguardo posso dire che il “trauma forte” è solo con il primo, dopo la figuraccia iniziale in cui abbiamo tentato di cantare “Gianna, Gianna, Gianna” in russo e con parole reinventate da noi… be’, direi che vale il detto “dal fondo si può solo risalire”.

Abbiamo passato abbastanza pomeriggi a inventare e a provare questi spettacolini, devo dire che i bambini si divertivano molto e questo ci appagava completamente, ogni volta prima di entrare in scena volevamo scappare… vedendo quanto erano belli i loro di spettacoli, ma poi era sempre un successo da farci commuovere.

Dopo una giornata molto stancante ma bellissima, e dopo aver partecipato alla famosa planërka serale, non era affatto finita, i capi degli animatori organizzavano grigliate e feste ogni sera, la vodka scorreva a fiumi e il banchetto era sempre imbandito di carne grigliata, lardo e ogni bene di questa terra, a volte si concludeva con la meravigliosa banja, una sorta di sauna russa a cui ci hanno iniziato la notte d’arrivo di un pezzo grosso del campo.  A ripensarci mi brillano gli occhi e ritorno con i pensieri là, in quella meravigliosa atmosfera in cui si respirava il profumo del fumo della griglia, ma anche del freddo della sera inoltrata, del caldo che ti danno le risate degli amici vecchi con cui sono arrivata, di quelli nuovi che ho conosciuto lì e che non smetterò mai di ringraziare per il tocco che hanno dato a questa esperienza magica.

Sofia Sangiorgi - 21 anni
Università Statale di Milano
(sede di Sesto San Giovanni)
Mediazione linguistica e culturale

Nessun commento:

Posta un commento