RELAZIONE
NOVOKEMP, SECONDO TURNO (11/07-31/07)
Se dovessi dare un giudizio personale
della mia esperienza a Novokemp, posso tranquillamente dire che sotto tutti gli
aspetti è stata positiva. Prima della partenza, nonostante i numerosi racconti
di Stefano, Camilla, Gabriele e
tutti coloro che avevano già avuto a che fare con il campo, non sapevo ancora
con precisione cosa aspettarmi dal tipo di lavoro che mi attendeva, ma mi
considero una persona in grado di adattarsi alle più svariate situazioni, ed ho
accettato di buon gusto questa “sfida”. Ora, se tornassi indietro, posso dire
che sicuramente lo rifarei. Quello che ho passato nel periodo a Novokemp è
stata, oltre ad un ottimo lavoro pratico per la didattica della lingua, una
esperienza di “umanità” che posso difficilmente paragonare ad altre cose che ho
precedentemente vissuto in vita mia. Guardando un po’ di aspetti nello
specifico:
- Viaggio: le 18 ore di treno da
Pietroburgo a Uneča avrebbero fatto impazzire un qualsiasi perfettino maniaco
del pulito. Per quanto riguarda noi, ci siamo divertiti un sacco. Non dico che
sia il massimo della comodità, ma sicuramente è un ottimo collegamento,
economico, e in compagnia ci si fa tante risate.
- Alloggio: comodo, tranquillo, tè e
dolcetti a volontà, grasse risate ad avere Saša nella stanza di fianco. La
mensa era ben organizzata, tutti molto gentili e ci consentivano di mangiare a
volontà. Cosa potevamo volere di più?
- Organizzazione e collaboratori: una
delle cose che mi ha sorpreso di più. Novokemp è un eccezionale esempio di come
la pianificazione e la grandissima attenzione ai dettagli facciano la
differenza tra un’opera mediocre ed un capolavoro. Tutti erano attentissimi ad
ogni aspetto della vita quotidiana del campo, dai materiali necessari per i
giochi alla pianificazione degli eventi, e ci tenevano che ognuno esternasse la
propria opinione in modo da poter lavorare in armonia tutti insieme. Un esempio
da seguire. Menzione speciale per “mamma” Katja, che nonostante le infelici
circostanze (perdita di un genitore) ci è stata sempre vicina, ci ha aiutato
con entusiasmo e determinazione, senza mai perdere il sorriso.
- Uso della lingua: Il primo giorno è
stato uno shock. Appena scesi dal treno, stanchi morti e affamati, ci troviamo
nel bel mezzo di una riunione organizzativa farcita di discorsoni in russo.
Ovviamente è stata solo una prima impressione, in realtà già da subito siamo
riusciti ad interagire, pur con qualche difficoltà, con tutta la gente del
campo. Tutti erano disponibili ad aiutarci parlando piano o ripetendo più
volte, quindi non ci sono stati particolari problemi neanche su questo
versante, anche grazie all’aiuto di Ol’ga che spesso ci aiutava traducendo.
Per finire, posso dire che
l’esperienza a Novokemp mi ha sicuramente cresciuto sotto molti aspetti. Ho
scoperto una realtà alla quale non mi ero mai avvicinato così tanto, ho conosciuto
persone straordinarie, vissuto momenti emozionanti e sperimentato modi diversi
di relazionarsi con le persone, creando legami forti e genuini.
Ho una bella storia da raccontare.
Andrea
Tonetti - 21 anni
Università Statale di
Milano
(sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione linguistica e
culturale
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