Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/12/15

A TÈ RADIOATTIVO DAL GIAPPONE, PAURA NUCLEARE

Tè radioattivo dal Giappone, paura nucleare

The verde radioattivo dal Giappone è allarme nucleare-  

Dopo la catastrofe nucleare di Chernobyl dovette passare un po’ di tempo per vedere sbocciare i primi orrori. Il tempo necessario alle radiazioni di contaminare l’ecosistema. Ecco perché, a quattro anni da Fukushima la notizia del tè verde giapponese radioattivo risveglia vecchi fantasmi. Le radiazioni hanno contaminato una partita di tè spedita dal Giappone a Hong Kong. Un fatto che mette paura a molti consumatori, perché getta un’ombra su tutto il cibo esportato dalla regione. Il New York Times ha rivelato che «un campione di tè in polvere importato dalla prefettura giapponese di Chiba, a sud-est di Tokyo, conteneva tracce di cesio radioattivo 137». A dare la notizia è stato il governo di Hong Kong, precisando che i livelli di radioattività erano al di sotto dei limiti di legge.

La scoperta non è la prima del suo genere. Il Centro governativo per la sicurezza alimentare del Paese aveva già scoperto tre varietà di verdure provenienti dal Giappone che presentavano livelli (sempre sotto la norma) di contaminanti radioattivi nel marzo 2011.

Tuttavia le avvisaglie hanno messo sul chi vive l’opinione pubblica, più che altro per l’estensione delle perdite della centrale di Fukushima. Nel 2013 l’impianto continuava a rilasciare quotidianamente 300 tonnellate di acqua radioattiva, che hanno inquinato l’Oceano Pacifico. Barre di combustibile esaurito sono disseminate intorno al sito, tanto che Greenpeace ha parlato di «costante ricontaminazione di città e paesi».


Data: 17.03.2015
Fonte: www.rinnovabili.it

 

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