Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/12/15

PERCHÉ A CHERNOBYL “SONO TORNATI” I MAMMIFERI SELVATICI


Perché a Chernobyl “sono tornati” i mammiferi selvatici

Chernobyl fauna
Dopo il disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto nel 1986, dall’area di esclusione di 4.200 km2 intorno alla centrale nucleare vennero evacuate 3116.000 persone, da allora è iniziato un dibattito scientifico sulla presenza e il destino della fauna selvatica che è rimasta nella zona più contaminata dalle radiazioni e (quasi) senza presenza umana. Mentre si constatava il “ritorno” nell’area di specie che prima erano scomparse, come i lupi e addirittura gli orsi, altri dicevano che le radiazioni avrebbero avuto effetti riduttivi sulle popolazioni della fauna selvatica a dosi ben inferiori di quelle registrate nella zona di esclusione, fino a causare impatti significativi. A quanto scrive nello studio “Long-term census data reveal abundant wildlife populations at Chernobyl”, pubblicato su Current Biology, un team di ricercatori russi, tedeschi e britannici, almeno per quanto riguarda i grandi mammiferi, «i nostri dati empirici a lungo termine non hanno mostrato alcuna evidenza di un’influenza negativa delle radiazioni sull’abbondanza di mammiferi». Anche se non sembra vero che i grandi mammiferi erbivori sono cresciuti più che in altre aree dove non si può cacciare, «Le abbondanze relative di alci, caprioli, cervi e cinghiali all’interno della zona di esclusione di Chernobyl sono simili a quelle in quattro riserve naturali (incontaminate) della regione e l’abbondanza del lupo è più di 7 volte superiore». Il censimento eseguito con un elicottero ha inoltre rilevato una tendenza all’aumento delle popolazioni di alci, caprioli e cinghiale, iniziata tra 1 e 10 anni dopo il disastro nucleare.

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Data: 06.10.2015
Fonte: www.greenreport.it

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