Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

26/02/16

MURUROA VENT’ANNI DOPO L’ULTIMA ATOMICA: «LA FRANCIA DEVE INDENNIZZARE LE VITTIME»





Il «conto» delle esplosioni sott’acqua

Era il settembre del 1995 e quegli esperimenti sott’acqua, come tutti quelli che li avevano preceduti, hanno lasciato un conto che il presidente francese François Hollande si vedrà probabilmente recapitare durante la visita che inizia oggi, lunedì 22 febbraio, in Polinesia. Mururoa dista da Tahiti e da Bora Bora, i paradisi dei turisti in luna di miele, quanto Chernobyl dista dall’Italia. Tanto, ma non abbastanza da cancellare le conseguenze del suo drammatico passato nucleare. Nonostante il governo francese abbia dichiarato che la zona è priva di ogni rischio ambientale e di inquinamento da radiazioni, tanti misteri restano ancora da svelare sugli esperimenti condotti a Mururoa e nel vicino atollo di Fangataufa fra il 1966 e il 1996. In quegli anni la Francia realizzò 193 test nucleari, di cui 46 atmosferici e i restanti sotterranei. E’ stato calcolato che la potenza accumulata dal 1975 a Mururoa (sotto, nella foto Ap, il centro per i test nucleari costruito sull’atollo) corrisponde a 200 bombe del tipo di quelle che rasero al suolo Hiroshima nel 1945.

Radioattività 500 volte superiore ai limiti massimi

Nel 1996, conclusi sei degli otto esperimenti previsti, Chirac annunciò la fine della campagna e appose la sua firma al Trattato internazionale che vieta i test nucleari. Soltanto un decennio dopo, emerse da documenti declassificati del ministero della Difesa francese che Tahiti, l’isola più popolosa (178.000 abitanti) fu esposta a livelli di radioattività 500 volte superiori a quelli massimi consentiti e venne colpita 37 volte dal fallout (termine che si usa per descrivere un blackout creato da impulsi elettromagnetici spesso emanati da oggetti radioattivi). Uscirono anche i primi dati ufficiali sulle conseguenze di quelle esplosioni sulla salute della popolazione locale: un’équipe dell’Istituto nazionale della Sanità e della ricerca medica francese (Inserm) divulgò i risultati di una ricerca su 239 casi di tumore, che provava il collegamento fra i test e il rischio di cancro alla tiroide

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Data: 22.02.2016
Fonte: www.corriere.it

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