Sebbene gli impianti nucleari siano fermi, ogni anno le scorie aumentano di volume. Questo è dovuto alle attività industriali e sanitarie. Siamo uno dei pochi paesi europei a non aver ancora un deposito nazionale.
Se pensate che a impianti nucleari fermi, l’Italia abbia sempre meno
rifiuti radioattivi da smaltire, vi sbagliate. Ogni anno il volume delle
scorie aumenta di 500 metri cubi, ovvero 140 tonnellate. In parte sono
scorie derivanti dalla produzione sanitaria e industriale e in parte dal
mantenimento in sicurezza degli impianti esistenti e alla loro
disattivazione.
L’Italia non dispone ancora di un sito unico di stoccaggio dove
stoccare in sicurezza tali rifiuti. La Sogin, la società pubblica
partecipata dal ministero dell’Economia, ha il compito
di localizzare, progettare, realizzare e gestire il deposito nazionale
definitivo, un’infrastruttura ingegneristica di superficie.
Fonte: www.lifegate.it
Data: 10.02.2016
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