Cernobyl, il disastro continua
Un buio che sembra non avere fine, per quella che rimane ancora una delle pagine più tristi dell’umanità. Sono passati trentuno anni dalla drammatica esplosione nucleare di Chernobyl che ha cancellato, la mattina del 26 aprile 1986, un’intera città creando un mostro invisibile e indistruttibile che ancora oggi fa soffrire oltre 216.000 bambini nella sola Bielorussia. Un mix di arroganza, eventi negativi ed errori umani portò all’incidente nucleare più grave della storia. La diminuzione della portata d’acqua nel nocciolo provocò un aumento di vapore che in poco tempo provocò un aumento della temperatura del combustibile che superò i 3000 gradi centigradi facendo esplodere il reattore e provocando una nube tossica che in poco tempo contaminò oltre 150mila chilometri quadrati intorno alla centrale.
A distanza di 31
anni dall’incidente le conseguenze sono ancora molto gravi, soprattutto
considerando che sono circa 3 milioni le persone che vivono oggi nelle
zone radioattive di Russia, Bielorussia e Ucraina, dove i livelli di
contaminazione continuano a essere elevati soprattutto nelle derrate
alimentari, provocando tumori e leucemie soprattutto nei bambini, che
sono i soggetti più vulnerabili. Nella sola Bielorussia sono 1.141.000
le persone, di cui 217.000 solo bambini, che vivono nelle zone
contaminate, con un aumento delle patologie tumorali.
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Data: 24.04.2017Fonte: www.lanuovaecologia.it
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