Inquinamento ambientale, falsità
ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di
rifiuti. Sono i reati ipotizzati nell’inchiesta della Procura della
Repubblica di Potenza che stamani ha sequestrato tre vasche di raccolta
delle acque di falda e della condotta di scarico dall'impianto nucleare
Itrec di Rotondella (Matera). L’ordinanza “preventiva” serve ad evitare
che continui lo scarico nel mare Jonio di acqua contaminata proveniente
dal sito il cui smantellamento potrà proseguire.
In seguito al referendum sul nucleare, l’ex centro di ricerca Enea di Rotondella è stato avviato alla fase di decommissioning. Alla Sogin è stato affidato l’incarico dello smantellamento e del monitoraggio dell’area circostante.
IL SEQUESTRO
In seguito al referendum sul nucleare, l’ex centro di ricerca Enea di Rotondella è stato avviato alla fase di decommissioning. Alla Sogin è stato affidato l’incarico dello smantellamento e del monitoraggio dell’area circostante.
IL SEQUESTRO
Il sequestro riguarda anche l'impianto "ex Magnox", che si trova nella stessa area. Le indagini sono cominciate dal "grave stato di inquinamento ambientale causato da sostanze chimiche" - cromo esavalente e tricloroetilene, che sono cancerogene - in cui si trova la falda acquifera sottostante il sito nucleare. Le sostanze sono usate per il riprocessamento di barre di uranio-torio. Secondo le risultate dell'inchiesta, l'acqua contaminata "non veniva in alcun modo trattata": attraverso una condotta, "dopo aver percorso alcuni chilometri, si immettevano direttamente nel mare Jonio". Di conseguenza, "in via d'urgenza" la Procura distrettuale di Potenza ha disposto il sequestro, eseguito dai carabinieri del Noe. Lo smantellamento dell'Itrec "obbligherà" comunque "i responsabili dei siti - sotto la diretta vigilanza della Procura della Repubblica di Potenza - ad adottare le indispensabili misure a tutela dell'ambiente e della salute pubbliche che fino ad oggi non erano state prese".
Data: 13.04.2018
Fonte: www.repubblica.it
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