Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.
Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.
"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.
10/12/19
CHERNOBYL, LA TESTIMONIANZA TOCCANTE DEL PREMIO NOBEL SVJATLANA ALEKSIEVIČ
Chernobyl, latestimonianza toccante del Premio Nobel Svjatlana Aleksievič
Il Premio Nobel per la Letteratura Svjatlana Aleksievič durante Bookcity ci racconta la catastrofe di Chernobyl, riportandone la sua testimonianza
“Non abbiamo capito Chernobyl perché questo evento va oltre la nostra immaginazione, non si limita alla nostra conoscenza. Io ho seguito l’evoluzione dell’uomo prima tragedia e dopo la tragedia. E ricordo la paralisi dei sentimenti in cui ci siamo trovati per circa un mese. La gente non riusciva a capire cosa stava succedendo. Andava oltre la nostra conoscenza. Noi credevamo nella Scienza, eravamo le persone che credevamo nell’atomo pacifico. Le persone semplici mi dicevano: “Sì, abitavo vicino alla centrale e mi piaceva passeggiare lì con i bambini, coglievamo funghi, piantavamo ortaggi in quella zona.”. Altre persone invece raccontano che quando è scoppiato l’incendio erano in ammirazione di questo incendio. Dicevano che non era proprio un incendio nero, non aveva una fiamma nera. Era una cenere di colore rosso che si alzava fino al cielo. Io come scrittrice sono rimasta sempre impressionata da questa presenza della bellezza nell’orrore. E quando ero arrivata a Cernobyl e ho visto il trasferimento della popolazione in altre zone, mi ricordo la visione di persone che in silenzio si muovevano a prendere gli autobus. Queste persone venivano inseguite dai loro animali domestici. Le persone cercavamo di evitare il loro sguardo. Salvavano loro stesse e tradivano i loro animali domestici a loro cari. I soldati fucilavano gli animali. Io sono stata in guerra, ho visto orrori di ogni tipo, ma questa è stata l’esperienza più drammatica di tutta la mi vita. Nei villaggi i soldati lavavano le case, lavavano tutto, lavavano perfino la legna e io vidi un soldato che doveva fare la guardia a una vecchietta con un secchio di latte: andavano a seppellire il latte, insieme al pane, alle mele etc.
La Bielorussia è un parse agricolo e patriarcale e la gente non riusciva a capirlo. E neanche io riuscivo a comprendere questa esperienza. È stato un salto in una dimensione completamente nuova.
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Data: 01.12.2019
Fonte: www.libreriamo.it
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ERRORI, SEGRETI ED EROI DI CHERNOBYL
Errori, segreti ed eroi di Chernobyl
Oggi la bibliografia su quello che è stato uno degli eventi più devastanti e destabilizzanti della storia contemporanea è lunga.Nonostante lo sforzo di ricomporre avvenimenti e scelte, resta una domanda su cosa significa esattamente nella nostra storia Chernobyl. Un saggio, dal titolo Chernobyl - Italia, da poche settimane in libreria per Sperling & Kupfer ci prova - e ci riesce - a formulare una risposta. A firmare queste pagine è Stefania Divertito, giornalista impegnata da oltre vent’anni in campo ambientale
Nonostante lo sforzo di ricomporre avvenimenti e scelte, resta la domanda su cosa Chernobyl è stato veramente. Oggi un saggio , dal titolo Chernobyl - Italia,
da poche settimane in libreria per Sperling & Kupfer ci prova - e
ci riesce - a formulare una risposta. A firmare queste pagine è Stefania Divertito,
giornalista impegnata da oltre vent’anni in campo ambientale, con la
sua inchiesta ad esempio sull'uranio impoverito ha vinto il premio
Cronista dell'anno nel 2004, mentre per quelle sull’amianto ha vinto il
premio Pasolini: autrice inoltre di diversi libri : Uranio, il nemico
invisibile (Infinito, 2005), Amianto, storia di un serial killer
(Edizioni Ambiente, 2009), Toghe verdi (Edizioni Ambiente, 2011) e
dell'ecothriller Una spiaggia troppo bianca (NN editore, 2015).
«Chernobyl
- scrive Divertito - sono gli uomini e le donne che ormai hanno
ottant’anni e decidono di ritornare nella casa che avevano abbandonato.
Sfidano la morte perché tanto nella loro vita hanno visto tutto. Si
nascondono ai controlli e aprono le finestre al mattino come se fosse un
qualsiasi risveglio in qualsiasi altra parte del mondo. Sono gli
animali che ripopolano, numerosi, i suoi boschi. Perché dove l’uomo è
assente, indipendentemente dal motivo della sua assenza la Natura prende
il sopravvento. Chernobyl è l’uomo che ha osato, ha sfidato e ha perso.
Ma non è ancora finita».
Data: 27.10.2019
Fonte: www.ilsole24ore.com
CHORNOBYL, IL CROLLO DEL MURO IN UCRAINA
Chornobyl, il crollo del Muro in Ucraina
Molte e complesse sono le questioni
legate al disastro nucleare di Chornobyl, così come molteplici sono le
ottiche visuali attraverso cui analizzare e interpretare ciò che accadde
la notte tra il 25 e il 26 aprile 1986.
Per cercare di comprendere cause e
conseguenze di questa tragedia occorre tornare indietro nel tempo agli
anni in cui la centrale venne progettata.
Lo storico Serhii Plokhy ricostruisce la
nascita del progetto nucleare ucraino e i malcelati conflitti tra le
elites sovietiche di Mosca e di Kyiv per la sua gestione.
“L'idea di portare l'energia nucleare in Ucraina apparteneva a scienziati ed economisti ucraini.
Petro Shelest, che voleva creare nuove
fonti di energia elettrica per il rapido sviluppo dell'economia ucraina,
aveva fatto pressioni negli Anni Sessanta, durante il suo mandato come
capo del partito della repubblica. Quando la centrale nucleare di
Chernobyl entrò in funzione nel 1977, gli intellettuali ucraini, tra cui
uno dei protagonisti della generazione degli anni Sessanta, Ivan Drach,
accolsero con favore l'arrivo dell'era nucleare nel loro paese. Per
Drach e altri patrioti ucraini, Chernobyl rappresentava un passo in
avanti verso la modernizzazione dell'Ucraina. Lui e altri sostenitori
del nucleare non si accorsero, tuttavia, che il progetto era stato
realizzato da Mosca, e che la maggior parte dei dirigenti e del
personale specializzato della centrale proveniva da fuori l'Ucraina. La
repubblica otteneva energia elettrica, ma aveva poco controllo su quello
che succedeva presso la centrale, che, come tutti gli impianti nucleari
sovietici, e la maggior parte delle imprese industriali dell'Ucraina,
era sotto la giurisdizione dei ministeri di tutta l’Unione Sovietica. Lo
stesso impianto e l'incidente che si verificò divenne noto al mondo con
la traslitterazione russa del nome della città più vicina - Chernobyl
non Chornobyl”.
Data: 07.11.2019
Fonte: www.stradeonline.it
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IL NUCLEARE È UN MORTO VIVENTE
Il nucleare è un morto vivente
Le prospettive di questa tecnologia in un mondo dove le rinnovabili sono sempre più competitive e affidabili. Un nuovo rapporto di Standard & Poors.
La
crescente competitività delle energie rinnovabili, i problemi legati
alla sicurezza e l’aumento dei costi per i nuovi impianti stanno
spingendo l’energia nucleare sempre più ai margini del nuovo mix energetico globale, con la notevole eccezione di Russia e Cina, dove il settore continua a godere di un ampio sostegno statale.
Lo ha indicato agli investitori l’agenzia di rating Standard & Poors in una nota, allegata in fondo all’articolo.
A
differenza delle energie rinnovabili, sempre più in grado di reggersi
da sole e correre con le proprie gambe, dopo molti decenni di sviluppo
l’energia nucleare non riesce ancora a stare in piedi senza massicci sostegni statali.
Ci sono “poche ragioni economiche
per avviare nuovi progetti nucleari negli Stati Uniti o in Europa
occidentale, a causa delle enormi riduzioni dei costi e della
competitività (…) delle energie rinnovabili, che dovrebbe portare a un
sostanziale declino della generazione nucleare entro il 2040,” si legge
nel rapporto di S&P.
Data: 15.11.2019
Fonte: www.qualenergia.it
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