Nonostante la catastrofe di Cernobyl risalga a più di vent’anni fa, il livello di accumulo di radionuclidi della vegetazione delle province colpite rimane piuttosto elevato e pericoloso per la salute dell’uomo. Lo hanno affermato in una conferenza a Černigov i botanici di Ucraina, Russia e Bielorussia, che partecipano al progetto congiunto “Flora e vegetazione dei territori contaminati da radiazioni delle regioni di Brjansk (Ru), Černigov (Ua) e Gomel’ (By) nel periodo postcernobyliano”.
I dottori in scienze biologiche – e professori delle università di Gomel’ e Brjansk – Leonid Sapegin e Aleksej Bulochov riferiscono che le ricerche effettuate hanno dimostrato che nei territori contaminati dalle radiazioni di queste tre regioni confinanti in tutti i tipi di piante – medicinali, foraggere e alimentari – il livello di concentrazione di cesio-137, cesio-134 e stronzio-90 supera significativamente i limiti normativi ammessi, in alcuni posti di parecchie volte. Secondo gli scienziati, sono proprio tali dosi – ma anche minori – a stimolare lo sviluppo delle malattie oncologiche, il numero delle quali in tutti e tre i paesi è in aumento.
«Sia noi, geobotanici bielorussi, che quelli di Černigov, siamo giunti a una conclusione poco consolante: è necessario prendere provvedimenti speciali, per cui in ogni centro abitato deve essere compilata una carta di grosse dimensioni con riportati il livello della radioattività e i luoghi contaminati. Inoltre, in ogni famiglia ci deve essere un dosimetro domestico per la misurazione dei prodotti naturali. In molti posti funghi, frutti di bosco e piante medicinali non li si deve categoricamente raccogliere» – ha detto Bulochov.
Secondo gli studiosi, è tuttora contaminata anche una serie di prati che vengono utilizzati per l’ammasso del fieno e il pascolo del bestiame. Per il momento gli studiosi non hanno ancora stabilito in quali periodi della loro vegetazione le piante accumulino i radionuclidi con particolare intensità e perché nei terreni poveri sabbiosi l’accumulo avvenga in misura significativamente maggiore che non in quelli ricchi; per questo ritengono che sia indispensabile proseguire le ricerche.
«Nella zona di Černigov la situazione è migliore che nelle regioni di Brjansk e di Gomel’. La superficie di appezzamenti contaminati lì è minore ed è composta a mosaico. Essi sono stati localizzati e si trovano sotto controllo. Ma io ritengo che sia necessaria un’istruzione generale della popolazione e un dosimetro in ogni famiglia. Il fatto è che nei boschi contaminati la gente non passa solamente dove sono stati messi gli appositi cartelli», – fa notare Aleksandr Lukaš, dottore in scienze biologiche e professore della cattedra di ecologia e tutela ambientale dell’università di Černigov.
Il progetto biennale “Flora e vegetazione dei territori contaminati da radiazioni delle regioni di Brjansk (Ru), Černigov (Ua) e Gomel’ (By) nel periodo postcernobyliano” è realizzato con il sostegno dei fondo delle ricerche fondamentali di Ucraina, Russia e Bielorussia. I risultati verranno pubblicati nel marzo del 2011.
Data: 23.12.2010
Fonte: www.ukrinform.ua
Autore: Natalja Potapčuk
Traduzione: S.F.
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