Un abitante della regione di Rostov, il liquidatore di Cernobyl Sergej Pančenko, da 15 anni è in attesa del miglioramento delle condizioni abitative che gli spetta. E nella sua stessa situazione nella regione ce ne sono circa altri 4.000. Alcuni liquidatori sono morti prima di aver ricevuto il nuovo appartamento. La stufa a legna – fonte di caldo, tè, caffè, pasti caldi, acqua per lavarsi – è l’arredo più grosso e occupa quasi la metà del già minuscolo appartamento in cui vivono il liquidatore Sergej Pančenko e sua mamma. A prendere l’acqua bisogna andare a mezzo chilometro, mentre il bagno è a 200 metri .
Sergej venne riconosciuto come bisognoso del miglioramento delle condizioni abitative già nel 1995. Venne inserito nella graduatoria di Cernobyl per l’assegnazione degli appartamenti, e da allora ebbero inizio le sue peregrinazioni per i gironi dell’inferno burocratico. Più volte era sembrato che il traguardo fosse vicino, ma poi subentrava sempre qualche ostacolo. E rimane tuttora in attesa come “primo della lista”. […]
«L’assegnazione effettiva delle abitazioni – o la corrispondente compensazione in denaro – è talmente limitata che con la procedura vigente i cernobyliani rischiano di poter ricevere un appartamento tra più di 100 anni» – dice il presidente di “Sojuz Cernobyl” della regione di Rostov Aleksandr Filipenko.
Secondo i dati di “Sojuz Cernobyl” nella regione di Rostov i liquidatori in coda per il miglioramento delle condizioni abitative sono 3.500. Nel 2010, senz’aver fatto in tempo a ottenere un appartamento, sono morte 217 persone. Negli ultimi due anni in tutta la regione di Rostov per l’acquisizione di un’abitazione per i cernobyliani sono stati rilasciati in tutto quattro certificati.
Data: 04.02.2011
Fonte: www.vesti.ru
Traduzione: S.F.
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