Il fondo di radioattività emana e gli scienziati dicono che dalla locale miniera è stato estratto non soltanto uranio
Oggi gli scienziati di Dnepropetrovsk hanno ufficialmente confermato che in provincia di Nikopol’sk, in Ucraina, nel posto dove prima c’era una miniera per l’estrazione dell’uranio, c’è effettivamente un livello pericoloso di irraggiamento radioattivo.
Essi hanno diffuso i risultati delle analisi dei campioni di terreno effettuate in un laboratorio certificato. Ricordiamo che due settimane prima l’ecologo di Nikopol’sk Jurij Babinin e il suo collega di Char’kov Aleksej Vedmidskij avevano dichiarato che a 4 km dal villaggio di Dovgievka era stata trovata una locale “Cernobyl”. I rilevatori degli ecologi, nell’area abbandonata dove si trovava in precedenza la miniera, avevano testimoniano di un superamento della norma di venti volte dell’intensità dell’irraggiamento radioattivo. Inoltre gli ecologi avevano dichiarato che la popolazione locale come se niente fosse fa pascolare nei terreni radioattivi il bestiame e dissotterra le condutture della miniera in cerca di pezzi di metallo.
Dell’analisi dei campioni di terreno se ne sono occupati uno scienziato di Dnepropetrovsk, l’accademico Vladimir Gončarenko, e il suo collega Sergej Kicenko. «Il mio apparecchio è certificato. Abbiamo qui tre diversi campioni di terreno: uno viene da Krivoj Rog, gli altri due da Dovgievka. Vedete – il terreno di Krivoj Rog emana 14 microroentgen all’ora, cioè non superano la norma, questo stesso livello lo si trova qui nel nostro edificio. Il terreno di Dovgievka invece emana un po’ più della norma» – dice Gončarenko avvicinando il suo rilevatore ai campioni di terreno e misurando le radiazioni gamma. Dopodiché lo scienziato propone di misurare le radiazioni beta (ci sono tre tipi d’irraggiamento) e appoggia il rilevatore su un campione di terreno di Dovgievka. L’apparecchio all’istante si è mette a suonare. «Vedete, 645 microroentgen all’ora per una norma di 40! È evidente che quelli del Ministero delle Emergenze hanno misurato soltanto le radiazioni gamma, le quali si trovano un po’ ovunque in natura. Le emanazioni alfa e beta sono più pericolose, anche se hanno un raggio d’azione più ristretto – vedete che se porto l’apparecchio a mezzo metro di distanza esso tace» – spiega lo scienziato.
L’analisi del secondo campione di terreno di Dovgievka fa impazzire il rilevatore, che si mette a suonare all’impazzata. «Vedete, esso indica un livello d’irraggiamento di ben 611 particelle al secondo! Supera la norma di 30 volte! Io mi sento tranquillo soltanto perché me ne sto a mezzo metro dalla fonte d’irradiazione, ma se mangio un frutto cresciuto su questo terreno o bevo del latte di una mucca che si nutre con quell’erba tutti i radionuclidi finiranno nel mio organismo. Io dichiaro ufficialmente che il territorio di questa zona abbandonata è contaminato. Solo non interamente, ma a macchie. Esse vanno rilevate, protette e disattivate» – afferma Gončarenko.
Il suo collega a sua volta fa una dichiarazione scioccante: «Nel terreno abbandonato abbiamo rilevato elementi come il torio, il radio e il radon, tutti prodotti caratteristici del decadimento dell’uranio. Ma vi abbiamo trovato anche il cesio e lo stronzio (che si trovano in abbondanza nella zona d’interdizione di cernobyl). E tali elementi indicano che lì o c’è stata un’esplosione nucleare oppure si è svolto un ciclo nucleare completo (ha funzionato un reattore)» – dice lo scienziato.
Data: 16.12.2011
Fonte: www.segodnya.ua
Traduzione: S.F.
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