Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

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"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

16/01/12

QUALUNQUE POTERE SUL NOSTRO PIANETA NON DOVREBBE AVERE A CHE FARE CON L'ENERGIA NUCLEARE

Intervista a JURIJ BANDAŽEVSKIJ


Il professor Jurij Bandaževskij – direttore del centro analitico di coordinamento “Ecologia e salute” (Kiev), dottore in scienze mediche – ha rilasciato un’intervista al giornale “Belorusskie novosti”.
La conversazione è iniziata con la richiesta di commentare la valutazione dell’impatto della futura centrale nucleare bielorussa sull’ambiente e sulla salute dell’uomo effettuata dagli esperti del Ministero della Sanità e dall’Accademia nazionale delle Scienze in un documento congiunto.

– Va tenuto conto non soltanto dell’irraggiamento esterno, ma anche dell’irraggiamento interno che ricevono le persone assumendo i radionuclidi attraverso il cibo e l’acqua. Ad esempio, il cesio che entra nell’organismo è assai più pericoloso per la salute di quello che agisce tramite l’ambiente circostante. Le ricerche effettuate all’Università di medicina di Gomel’ hanno dimostrato che i radionuclidi che finiscono nell’organismo tramite il cibo provocano una persistente lesione dei principali organi vitali. L’irraggiamento interno è molto più pericoloso di quello del fondo esterno, esso però non viene preso in considerazione nella valutazione ufficiale degli effetti delle radiazioni sull’organismo dell’uomo.

– Che cosa bisogna tenere in conto quando si parla delle radiazioni in Bielorussia?

– Prima di tutto che la popolazione è a contatto con i radionuclidi da più di 50 anni. E inoltre che non si può parlare dell’Ovest del paese, e in particolare della regione di Grodno, come di un territorio non contaminato.

– Allora ne risulta che di tali territori non ce n’è proprio in Bielorussia?

– Esattamente. Tutta la popolazione della Bielorussia è venuta in contatto con i radionuclidi ed è stata da essi colpita sia prima che dopo l’incidente di Cernobyl. Le radiazioni si sono diffuse per il paese attraverso i prodotti alimentari. Per questo io non mi metterei a considerare come tendenza positiva il fatto che nella regione di Gomel’ il tasso di morbilità e di mortalità della popolazione non abbia differenze significative rispetto agli analoghi indicatori della Repubblica nel suo complesso oppure a confrontare tali indicatori con quelli della regione di Grodno. Tutta la Bielorussia è contaminata da radionuclidi e gli organismi della nostra gente, che nel corso di molti anni è venuta a contatto con i radionuclidi, ne sono danneggiati. I bielorussi vanno considerati se non proprio malati comunque colpiti dagli effetti delle radiazioni.

– Sta parlando delle diverse generazioni, comprese le persone nate negli anni seguenti a Cernobyl?

Certamente. È in corso un processo mutativo. La comparsa di patologie si osserva dopo una generazione e anche più avanti. Per questo nel nostro paese bisogna pensare a come salvare la gente, e non sognare di sviluppare il ramo dell’energia nucleare. In caso contrario il territorio della Bielorussia rischia di rimanere senza bielorussi. È possibile che questa variante a qualcuno interessi, non di certo a me. A mio modo di vedere, la costruzione della centrale nucleare serve più che altro per giochi politici ed è pericolosa per la salute delle generazioni future.

– Tuttavia le autorità bielorusse s’attivano a inculcare nella popolazione che la centrale nucleare sarà sicura per l’ambiente e per la salute della gente.

– Centrali nucleari del genere non esistono. Si parla di emissioni minime, ma in ogni caso la contaminazione dei territori attorno alla centrale, soprattutto dei bacini idrici, è piuttosto elevata. Ed è ovvio che i radionuclidi vengano dispersi anche più lontano. A questo proposito capisco benissimo la preoccupazione della Lituania per la vicinanza di questo paese con la centrale nucleare bielorussa progettata. Esistono delle ricerche del professore britannico Chris Busby nelle quali viene posto in rilievo come il cancro della mammella nelle donne che vivono nella zona di 5 chilometri intorno alle centrali nucleari della Gran Bretagna sia due volte più frequente che nel resto del territorio del paese. Altresì in quelle zone aumenta la frequenza della leucemia nei bambini. In tal modo, i radionuclidi che fuoriescono nell’ambiente durante il normale regime di funzionamento di una centrale nucleare provocano effetti negativi sulla salute delle persone che abitano nei territori circostanti alla centrale.

– Questo vuol dire che le dosi di radiazioni che vengono definite “non pericolose” per l’uomo non sono in realtà tali?

– Questo vuol dire che quelle dosi che non sono pericolose in un regime esterno di fondo se finiscono dentro l’organismo lo diventano. Le dosi reali che possono accumularsi nella popolazione che vive nella zona della futura centrale nucleare oscillano tra gli 8 e i 50 microsievert/anno. Una dose di 50 bequerel, stabilita in qualità di limite di sicurezza per l’incorporazione nell’organismo, danneggia in modo permanente i principali organi e sistemi, altera totalmente lo sviluppo dei bambini. Per farla breve, una centrale nucleare non è quello che serve ai bielorussi.

– Dove potrà prendere allora la Bielorussia l’energia che le serve?

Sviluppare le energie alternative. E inoltre, se le autorità bielorusse dicessero la verità sulla situazione in Bielorussia dopo Cernobyl e non si nascondessero dietro false cifre, con questo ci aiuterebbero ad affrontare le conseguenze dell’incidente e sarebbe anche d’aiuto per risolvere il problema energetico senza la costruzione di una centrale nucleare.

– Uno degli argomenti delle autorità bielorusse a favore della costruzione della centrale nucleare è quello che nel mondo funzionano 436 reattori nucleari. Tramite essi nell’Europa occidentale si produce circa il 29% del totale dell’energia elettrica, nell’America del Nord il 19% e nell’Europa orientale il 18%.

– L’IAEA propaganda l’energia nucleare nonostante i danni causati dal suo utilizzo. Allo stesso tempo quest’organizzazione non rinuncia all’accordo con l’OMS sulla non diffusione delle informazioni sui rischi radioattivi e le lesioni all’organismo umano causate dall’effetto delle radiazioni. In una tale situazione sono coinvolti tutti i paesi dove c’è l’energia nucleare. Nel contempo l’OMS s’attiva per diffondere dati relativi ad altri fattori che danneggiano l’organismo, ignorando tuttavia quello più devastante e terribile: le radiazioni. A mio modo di vedere, se la comunità internazionale conoscesse la verità, assumerebbe una posizione diversa nei confronti dell’energia nucleare. Nel desiderio di svilupparla in Bielorussia s’intravede il desiderio di entrare nel club nucleare. E lo si capisce: tra le altre cose si può anche trattare della produzione di elementi radioattivi per la bomba atomica. È la parte politica della questione della costruzione della centrale. A mio modo di vedere, qualunque potere sul nostro pianeta non dovrebbe avere a che fare con l’energia nucleare. Noi abbiamo avuto una tragica lezione dall’incidente di Cernobyl. Parte dei radionuclidi caduti allora sul territorio della Bielorussia sono di lunga vita e non conosciamo ancora l’effetto della loro azione sull’uomo e sulla natura. Perciò sottolineo: portare l’energia nucleare in Bielorussia è criminale.

Data: 26.01.2011
Fonte: www.nv-online.info
Autore: Andrej Vaškevič
Traduzione: S.F.




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