Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

08/02/13

GLI INDENNIZZI HANNO PORTATO I LIQUIDATORI DI CERNOBYL DELLA CABARDINO-BALCARIA ALLA TOMBA

Il grandioso scandalo finanziario che è scoppiato nella repubblica è già costato la vita a tre liquidatori dell’incidente: ai veterani non ha retto il cuore.

Più di 400 eroi liquidatori dell’incidente di Cernobyl residenti nella repubblica della Cabardino-Balcaria sono risultati vittime contemporaneamente di errori burocratici e di loschi affari in grande stile. I veterani sono infatti ora costretti a restituire allo stato circa 600 milioni di rubli: soldi che in precedenza avevano ricevuto con una sentenza del tribunale in qualità di indennizzo per il danno morale. Tuttavia a fine dicembre il tribunale ha deciso che quei soldi sono stati dati ai cernobyliani per errore. […]

La storia dello scandalo ebbe inizio a fine 2010, quando un funzionario dei servizi sociali della repubblica, Lera Alchasova, si rivolse ai liquidatori proponendo loro di provare a ottenere un indennizzo per danni morali per vie legali. Alchasova era ben conosciuta dai liquidatori, in quanto era proprio lei a occuparsi al ministero delle loro questioni. Tanto che non ebbero alcun dubbio nel fidarsi di lei.

Il fatto è che Alchasova chiese loro una percentuale per sé per la gestione delle faccende processuali, percentuale che consisteva nientedimeno che del 50% di ogni indennizzo, cioè esattamente la metà delle somme ottenute.

I veterani in ogni modo prepararono i documenti e designarono ufficialmente Alchasova come fiduciario dei loro interessi presso il tribunale. In seguito confessarono di non aver neanche visto le istanze presentate in tribunale a loro nome.

Sia come sia, a partire da aprile 2011 il tribunale cittadino di Nal’čik cominciò a emettere sentenze in favore dei liquidatori di Cernobyl. Entro luglio 2012 sono state soddisfatte 486 istanze e indennizzati in tutto 600 milioni di rubli. Ciascun veterano ha ricevuto da 1,2 a 1,5 milione di rubli, a seconda del gruppo d’invalidità. (1.000.000 = 25.000 €).

Ovviamente i liquidatori furono assai contenti dei soldi ricevuti e prontamente diedero la metà della somma pattuita a una persona mandata dall’Alchasova. A nessuno di loro venne neanche in mente di chiedere una ricevuta. Tutto venne deciso a livello orale.

La sventura giunse in ottobre, dopo che i liquidatori avevano già speso buona parte dei soldi in beni di prima necessità come la casa, i mobili, gli elettrodomestici ecc. Uno dopo l’altro cominciarono a ricevere avvisi del tribunale che avrebbero dovuto restituire gli indennizzi allo stato, fino all’ultimo rublo, in quanto assegnati loro per errore.

Alchasova ovviamente si è rifiutata di restituire il denaro e presto si è data irreperibile.

A tre veterani, dai dati dell’organizzazione “Sojuz Cernobyl”, alla fin fine non ha retto il cuore: saputo che ora gli sarebbe toccato vivere nei debiti, i vecchietti sono deceduti per choc nervoso. […]

Data: 09.01.2013
Fonte: www.trud.ru
Traduzione: S.F.

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