Le Ong russe potrebbero subire un forte calo dei finanziamenti a causa dell'aumentata pressione da parte del governo.  Le nuove leggi sulle organizzazioni no-profit che ricevono finanziamenti dall'estero potrebbero far perdere alle Ong russe 630 milioni di dollari provenienti dagli sponsor: lo ammette il Ministero per lo Sviluppo economico. Nel frattempo, due Ong americane trasferiranno il loro personale russo in Lituania per il timore di persecuzioni in Russia.

Dopo 20 anni di attività in Russia le organizzazioni no-profit americane National Democratic Institute (Ndi) e International Republic Institute (Iri) hanno chiuso le loro sedi locali e hanno trasferito i sette dipendenti russi e le loro famiglie in Lituania, per timore di persecuzioni in base alle nuove leggi sulle Ong approvate alla fine del 2012.

Il principale motivo di preoccupazione per la sorte del personale dell'Ndi e dell'Iri sono state le modifiche agli articoli del Codice penale della Federazione Russa che riguardano il tradimento di Stato e lo spionaggio, approvate dalla Duma di Stato nell'autunno 2012. In base a questi emendamenti, una persona "che abbia fornito servizi di consulenza a un'organizzazione straniera" rischia fino a 20 anni di reclusione, qualora venga dimostrato che la struttura svolge "attività rivolte contro la sicurezza della Federazione Russa".

"I rappresentanti degli organi di sicurezza hanno lasciato intendere che la nuova legge sul tradimento allo Stato prevede ampie possibilità di interpretazione, delle quali essi si potranno servire in caso di necessità", spiegano i collaboratori delle Ong americane. Secondo le dichiarazioni di uno dei lavoratori dell'Ndi che hanno lasciato la Russia, i responsabili delle sedi russe di Ndi e Iri hanno cominciato a ricevere visite più frequenti dagli agenti dell'Fsb (Servizio di Sicurezza Federale). "Sapendo che rischiavamo di essere accusati di tradimento allo Stato, i dirigenti ci hanno proposto di andarcene e hanno organizzato il trasferimento in Lituania", racconta un collaboratore di Ndi che ha chiesto di restare anonimo.

Attualmente i dipendenti russi di Ndi e Iri si trovano a Vilnius, dove sono in attesa di risolvere la questione del visto lavorativo. "Temiamo che i lituani non vorranno concedercelo per non entrare nuovamente in conflitto con la Russia, dalla quale comprano il gas", si lamentano i collaboratori delle no-profit. In tal caso, i lavoratori emigrati sarebbero disposti a valutare l'ipotesi di chiedere lo status di rifugiati politici in qualche altro Paese dell'Unione Europea.

In Russia Ndi e Iri si sono dedicate a programmi di sviluppo della democrazia. Ndi, in particolare, a partire dal 2000, ha fornito consulenze all'organizzazione "Golos", i cui membri svolgevano attività di osservatori indipendenti durante le elezioni. L'organizzazione "Golos" aveva già perso il sostegno di uno dei suoi partner americani: nel settembre 2012 era stata costretta a interrompere la sua attività in Russia l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid).

"Si tratta di una decisione senza precedenti, di sicuro non vi sono stati altri casi del genere in Russia negli ultimi anni," ha dichiarato a proposito dell'emigrazione dei collaboratori di Ndi e Iri il vicepresidente del Centro per le Tecnologie politiche (Cpt) Alexei Makarkin. "Il ragionamento degli americani appare comprensibile: la Russia non romperà le relazioni diplomatiche con gli Usa, ma cercherà di vendicarsi della cosiddetta legge Magnitsky con tutti i mezzi possibili".

"Se davvero hanno trasferito i dipendenti, vuol dire che ritengono la situazione preoccupante. Non si può dire che sia una paura infondata," dice l'esperta del Carnegie Center Maria Lipman. Secondo la signora Lipman, adesso "a tutti i livelli" vengono aspramente criticate la collaborazione con gli Usa e l'attività di qualsiasi Ong legata al monitoraggio delle elezioni o ad altre azioni politiche.
"A mio modo di vedere, la decisione di chiudere le sezioni russe delle Ong straniere non è dovuta a particolari progetti di legge, ma al deterioramento dei rapporti tra Russia e Stati Uniti: nessuno infatti ha proibito loro di lavorare qui da noi", afferma uno degli autori dei tanto discussi progetti di legge, il deputato di Russia Unita Aleksandr Sidjakin.

I cambiamenti nella politica statale nei confronti delle Ong, secondo una valutazione del Ministero per lo Sviluppo economico, potrebbero portare a una perdita di 19 miliardi di rubli in questo settore dell'economia. È questa la somma che perderanno le Ong nel 2013, anche a causa della partenza dalla Russia di grandi finanziatori. "Molti sovvenzionatori che avevano pensato di fare ritorno in Russia ora ci stanno ripensando e alcuni sponsor che si apprestavano a venire nel Paese stanno rivedendo i loro piani", ha raccontato Elena Topoleva, una componente del Consiglio per i Diritti dell'uomo e lo sviluppo della società civile presso il Presidente della Federazione Russa, commentando i risultati del recente incontro a porte chiuse tra il Consiglio e i rappresentanti del Ministero per lo Sviluppo economico.

Topoleva ha anche ricordato che nel 2013 alle Ong verranno destinati circa 3 miliardi di rubli provenienti dai fondi presidenziali. Anche il Ministero per lo Sviluppo economico prevede di stanziare alcuni milioni di rubli per il sostegno alle Ong entro il 2015. Il Ministero ha elaborato inoltre una serie di misure per "aumentare il sostegno alle Ong a carattere sociale per il periodo fino al 2018", tra le quali è previsto un alleggerimento della pressione fiscale sulle Ong e sui loro sponsor.

I difensori dei diritti umani non sono convinti che le agevolazioni fiscali potranno correggere la situazione che si è venuta a creare. "Dubito che qualche businessman correrà il rischio di finanziare un'associazione come Agora o come la nostra", ha dichiarato il leader dell'organizzazione di difesa dei diritti "Schit i mech" Alexei Glukhov.

Il deputato Sidjakin non vede alcun legame tra le modifiche legislative e la situazione delle Ong. "In qualche caso i finanziamenti sono diminuiti per la partenza dei donatori, in altri casi per altri motivi, ma in Russia nessuno ha intenzione di ostacolare il finanziamento delle Ong," ha dichiarato Sidjakin. Nel frattempo è stato reso noto che il Ministero della Giustizia ha elaborato alcuni emendamenti alla legislazione sulle Ong che ampliano le basi per le verifiche straordinarie, non solo degli "agenti stranieri", ma anche delle organizzazioni che esistono solo grazie agli sponsor russi.

Adesso il Ministero della Giustizia può disporre verifiche straordinarie nei confronti degli "agenti stranieri" su richiesta di cittadini, di persone giuridiche e sulla base di informazioni attinte dai mass media "sulla presenza di tratti di estremismo nell'attività delle Ong"; ma anche per ordinanza del responsabile del Ministero, emessa "sulla base di una richiesta del procuratore in forza dei materiali e delle istanze pervenuti agli organi della procura". Il Ministero della Giustizia propone, inoltre, di aggiungere una nuova possibilità per l'emissione di tale ordine, "su incarico del Presidente o del governo".
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