Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

28/04/14

I MIEI GIORNI A CHERNOBYL. CRONACA DI UN DISASTRO

I miei giorni a Chernobyl. Cronaca di un disastro

Lo scienziato e ambientalista Vladimir Levchenko ricorda il suo lavoro nella "zona rossa"

Chernobyl decontaminazione

Intervista di Lija Vandisheva di "Bellona News"

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Data: 28.04.2014
Fonte: www.greenreport.it


Lo scienziato e ambientalista Vladimir Levchenko ricorda il suo lavoro nella zona “rossa” - See more at: http://www.greenreport.it/news/comunicazione/i-miei-giorni-chernobyl-cronaca-disastro/#sthash.A1UrNgLr.dpuf
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A 28 anni dalla catastrofe nucleare di Chernobyl, Liya Vandysheva, di Bellona News, ha intervistato il fisico e biologo russo Vladimir Levchenko, che è andato a lavorare nella zona di esclusione un anno dopo il 26 aprile 1986, quando un’esplosione fece a pezzi il reattore 4 della centrale, causando il peggior disastro tecnologico del XX secolo. Nella primavera del 1987 Levchenko era un giovane fisico, destinato a diventare l’attuale dottore in biologia all’Istituto Sechenov di fisiologia e biochimica evolutiva dell’Accademia Russa delle Scienze, che faceva parte di un team inviato nell’area del disastro nucleare dall’istituto  Schmalhausen di zoologia di Kiev per studiare l’impatto dell’incidente sugli esseri viventi.
L’intervista di Levchenko, che dirige anche l’Information Network Ecological Northwest Line  ecologiche Northwest linea (Enwl) aell’Environmental Rights Center Bellona di San Pietroburgo, è stata pubblicata su Bellona News il 27 aprile 2014 con il titolo “Scientist, environmentalist Vladimir Levchenko remembers his days in Chernobyl”, ve la proponiamo integralmente
Vladimir Fyodorovich, come è arrivato ad andare a Chernobyl?
«Stavo solo spostandomi dalla fisica alla biologia. Come un astrofisico, avevo iniziato a fare articoli pubblicati su riviste di biologia in collaborazione con D.Sc. [Yaroslav] Starobogatov. A quel tempo, è stata organizzata una spedizione nella zona di Chernobyl, guidata dall’accademico Leonid Frantsevich (che quindi non era ancora un accademico, ma semplicemente un dottore di scienze biologiche) al’Istituto di Zoologia di Kiev.. D.Sc. [Vladislav] Khlebovich, di San Pietroburgo, che partecipava alla spedizione, mi suggerì: “Siamo tutti biologi qui, e tu sei un fisico. Se avessimo almeno un fisico nel nostro gruppo …” Dopo averci pensato un po’ di tempo, ho accettato. E’ stato interessante, dopo tutto … Il piano era solo di andarci per due settimane».
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