Nei mercati della capitale si sono venduti “mirtilli
di Cernobyl”. A noi, abitanti delle province contaminate, le radiazioni è come
se non ci preoccupassero. Noi qui viviamo, prendiamo i sussidi “tombali”,
mangiamo prodotti contaminati e ci siamo disabituati a misurare il fondo
radioattivo. Questo mentre agli abitanti delle altre regioni le radiazioni
mettono, se non terrore, di certo ansia.
Se questo sia un bene o un male, è difficile dirlo.
Gli specialisti affermano che i maggiori accumulatori di radionuclidi sono la
selvaggina, il pesce, i funghi e i frutti di bosco. Tutti questi prodotti nella
maggioranza dei casi non corrispondono ai valori normativi ammessi per il
contenuto di radiazioni. Al mercato Pokrovo-Kazanskij di Mosca sono stati
riscontrati 4 casi di vendita di mirtilli contenenti cesio-137 fuori norma. I
mirtilli provenivano dalla regione di Brjansk. «Non si tratta di tutto il territorio
della nostra regione» – precisa il primario del Centro d’igiene ed
epidemiologia di Novozybkov Valerij Vasilevickij –, «parte delle province
rispetto ai radionuclidi sono abbastanza pulite. Con ogni probabilità quei
mirtilli sono stati raccolti nelle province di Novozybkov e di Zlynka».
Qui da noi nei confronti delle radiazioni si è diffuso
il tradizionale atteggiamento che esse sono dappertutto e che a esse ci siamo
abituati. E tuttavia, consumando prodotti altamente contaminati, non facciamo
che aumentare ancor più la dose d’irradiazione interna. Al Centro d’igiene
raccomandano con insistenza, dopo una passeggiata nel bosco a raccoglierne i
“doni”, di controllarne il livello radioattivo nel laboratorio che c’è a
Novozybkov. «La maggior parte delle analisi effettuate indica che nel pesce dei
bacini acquiferi locali, nella selvaggina dei boschi circostanti, nonché nei funghi
e nei frutti di bosco il contenuto di cesio-137 è superiore alla norma ammessa.
A volte anche di decine e centinaia di volte» – fa notare Valerij Vasilevickij.
Data: 20.07.2012
Fonte: www.mayak.nvzb.ru
Traduzione: S.F.
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