Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

10/01/13

STORIA DELLA CREAZIONE DEL CENTRO INFORMAZIONI SU CERNOBYL «RADIMICI»



L’idea della creazione del Centro informazioni su Cernobyl «Radimici» nacque nei primi anni d’attività dell’organizzazione “Radimici per i bambini di Cernobyl”. Fu proprio allora, un paio d’anni dopo la catastrofe nucleare nella cittadina ucraina di Cernobyl, che agli studenti di Radimici divenne evidente che nel corso del lavoro dei volontari con gli anziani, i bambini invalidi e orfani si sarebbe dovuto raccogliere del materiale per poi con il tempo creare una sorta di museo.
In quegli anni tuttavia l’organizzazione era ancora piuttosto fragile, i componenti cambiavano di anno in anno, non c’era un posto dove conservare i materiali raccolti… La cosa era in buona parte dovuta al fatto che Radimici s’era allora orientata alla realizzazione di altri progetti sociali, lasciando a una scadenza indefinita l’idea della creazione del Centro su Cernobyl.

Fin dagli inizi Radimici opera sul territorio della città e della provincia di Novozybkov, tra quelli più contaminati della Russia. Lo status di “Zona di trasferimento” a chi ci vive fa ricordare costantemente Cernobyl. Di certo tutto quello che abbiamo ricevuto in eredità da Cernobyl resterà con noi, con i nostri discendenti e con le generazioni a venire. E tutti concordano con noi sul fatto che si debba conservare la memoria degli eroi liquidatori, i quali non risparmiarono la propria salute quando vennero chiamati dal paese, dei villaggi evacuati dopo la catastrofe o andatisi gradualmente sparendo negli anni successivi, dei destini delle persone nella cui vita Cernobyl ha lasciato la sua traccia.

Dai dati di un sondaggio tra gli abitanti di Novozybkov si può trarre la conclusione che la gente, oggi come in passato, ha difficoltà a raccapezzarsi con le informazioni provenienti dai giornali, dalla televisione, dalla radio, dalla bocca dei medici o di altri specialisti. Gli esperti rilevano che a tutt’oggi molti abitanti di Novozybkov si considerano a tutti gli effetti delle “vittime” di Cernobyl, nonostante che in parte i principali problemi della popolazione della città e della regione (senza considerare i casi particolari) siano legati alle condizioni psicologiche negative, alla cattiva alimentazione, al fumo, al consumo di alcolici e di droga.

Altrettanto negativamente agiscono fattori come il lavoro logorante, lo stile di vita sedentario, il consumo di prodotti alimentari che superano le norme per il contenuto di radionuclidi. Allo stesso tempo è attendibilmente noto che non poche persone che nelle prime settimane dopo la catastrofe di Cernobyl si trovavano nei territori sotto l’azione delle radiazioni e non presero per tempo i preparati profilattici di iodio sono risultate tra le vittime dell’irradiamento. In conseguenza dell’accumulo di iodio radioattivo nei loro organismi insorgono di frequente complicazioni legate alle disfunzioni della tiroide.
Oltretutto negli ultimi 20 anni è cresciuta una nuova generazione informata piuttosto male e in modo disordinato su quello che successe a Cernobyl nell’aprile del 1986.

Per far sì che il mondo si ricordi di Cernobyl e le future generazioni si prefigurino la pericolosità di catastrofi ambientali nucleari di portata mondiale è indispensabile raccontarlo alla gente. I nostri figli devono ricordarsi che Cernobyl è l’insieme di milioni di tragedie umane e devono essere consapevoli del pericolo che minaccia le loro vite e di come fare per evitarlo. È assolutamente necessario “propagandare” nella futura generazione uno stile sano di vita.

È proprio con questi obiettivi che ci siamo impegnati per creare il Centro informazioni su Cernobyl. Nel farlo, bisognava anche tenere conto del fatto che il Centro non sarebbe dovuto essere simile ad altri già esistenti. Esso sarebbe dovuto diventare un luogo con funzioni informative ed esplicative tra la popolazione, che si mantiene in rete con gli enti medici, educativi e amministrativi, con le organizzazioni di Cernobyl, che propaganda uno stile sano di vita tra gli scolari e gli studenti, che diffonde le informazioni sull’attività di Radimici nell’ambito socio-sanitario.

Per prima cosa, quando si cominciò a lavorare alla creazione del Centro, era necessario trovare persone che conoscessero molto bene il “tema di Cernobyl”. Iniziammo così a contattare liquidatori disposti a collaborare con noi, cittadini che avessero accesso alle informazioni sui primi passi compiuti dai dirigenti di vario livello tra il 1986 e il 1990 per il superamento delle conseguenze della catastrofe a livello locale. Ci interessavano in particolare le ricerche scientifiche su diverse tematiche.

Un ruolo piuttosto attivo nella prima fase del progetto fu svolto dagli studiosi dell’Istituto per i problemi di sicurezza nello sviluppo dell’energia nucleare Irina Abalkina e Sergej Pancenko. Con la loro partecipazione venne elaborato un piano di lavoro per il progetto, vennero pianificati gli obiettivi e pensate le prospettive per il futuro. Grazie a loro nel Centro per Cernobyl comparvero i primi materiali: i CD “Sherlock Holmes. Il caso delle radiazioni”, “Cernobyl in 3 dimensioni”, “Vivere su questa terra”, carte geografiche, resoconti, fotografie, brochure e molti altri. In breve tempo si riuscì ad allestire la prima esposizione “Cernobyl – 20 anni dopo”, per la quale vennero scelti i materiali più idonei: fotografie, carte, cd esplicativi, filmati.

Il 14 aprile 2006, poco prima del 20° anniversario della tragedia, si tenne la cerimonia d’inaugurazione dell’esposizione su Cernobyl. I primi visitatori furono i rappresentanti degli enti dell’istruzione, dell’amministrazione cittadina, degli istituti sanitari, dei mass-media e dei liquidatori. Poi il centro l’hanno incominciato a visitare – e lo visitano a tutt’oggi – gli scolari e gli studenti di Novozybkov. È interessante osservare il cambiamento dei loro sguardi e del loro atteggiamento nel corso della visita: all’inizio indifferente, poi, man mano che si sviluppa il racconto, l’indifferenza si trasforma in inquietudine, partecipazione emotiva e grande interesse.

La visita inizia con un racconto fotografico a tappe: “Quando e come successe l’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl”, “Le cause dell’incidente”, “L’evacuazione della popolazione”, “Come si sono diffuse le fuoriuscite radioattive”, “La costruzione del sarcofago”, “La liquidazione delle conseguenze nei territori contaminati”, “Le terribili conseguenze della catastrofe di Cernobyl” ecc.

La parte successiva della visita consiste nella visione di cd e video informativi. Vivido e impressionante risulta il cd informativo “Cernobyl in 3 dimensioni” con il suo video archivio. L’incidente nucleare viene raffigurato quanto più vicino alla realtà: il filmato della situazione dentro il reattore prima dello scoppio, i quadri dell’incendio e del suo spegnimento, lo scenario intorno alla centrale nucleare, la depurazione del territorio dai rottami radioattivi, la costruzione del sarcofago.

Un altro materiale didattico interessante e coinvolgente per gli scolari delle classi medie è il cd “Sherlock Holmes. Il caso delle radiazioni”. Si tratta di una sorta di manuale didattico che con le parole dei celebri eroi di Conan Doyle svela il significato di nozioni come “radiazioni”, “roentgen”, “curie”, “sindrome radioattiva acuta”, “iodio radioattivo” ecc., dà risposte a molte domande di carattere quotidiano: come ridurre il contenuto di radionuclidi nei prodotti alimentari, perché nei boschi il livello di radiazioni è più elevato che in città, da che cosa dipende la durata della vita ecc.

A conclusione della visita ai visitatori viene proposto di guardare il filmato “Vivere su questa terra”. Esso racconta di come la gente di Novozybkov abbia percepito la catastrofe nucleare, abbia lottato per la sopravvivenza della città, abbia seppellito i boschi contaminati, ripulito la terra, di come si sia curata, sia rimasta in vita ecc. Il filmato lascia sì un pesante fardello, ma costringe ad aprire gli occhi, a guardare il mondo in un altro modo.

Di fondamentale importanza, infine, il fatto che a ogni visitatore, prima che torni a casa, vengono consegnati alcuni promemoria sulla tiroide e sulle sue patologie e delle brochure sui temi: “Come difendere l’organismo dalle radiazioni”, “Le radiazioni e l’alimentazione”, “Che cosa bisogna sapere sulla preparazione e trasformazione degli alimenti prodotti in zona contaminata”.

Fonte: Radimici
Data: 2012
Autore: Ekaterina Bykova
Traduzione: S.F.

Link al file PDF del documento

 

Nessun commento:

Posta un commento