Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

27/01/16

MONOLOGHI DELL’ATOMICA

Monologhi dell’atomica
 
Un abbraccio, un bacio, persino un’arancia. Tutto diventa fatale nei Monologhi dell’atomica di Elena Arvigo, in scena al Teatro Due per la rassegna Una stanza tutta per lei.
 
arvigo elena
L’essenziale è invisibile agli occhi. Opinabile, ma nel caso dei due disastri nucleari di Nagasaki e Černobyl’, irrefutabile. Perché il passato è difficile da vedere quando le lamiere mutilate dal fuoco vengono smaltite e rimpiazzate da nuovi eco-mostri. Perché le radiazioni sono un ottimo, per quanto insospettabile, compagno di vita. Fedeli sino alla morte: la tua.

Elena Arvigo ci costringe ad aguzzare la vista, ad affinare l’orecchio e a sentire il lamento di questo invisibile passato generato, creato e ribadito dalla sconfinata pretesa di onnipotenza dell’uomo. Prendendo in prestito le voci di Svetlana Aleksievich e Kyoto Hayashi, superstiti dei disastri più tremendi mai firmati da mano umana, l’attrice porta in scena l’altra faccia della catastrofe, quella di chi l’ha vissuta da dentro, senza la protezione della consapevolezza e della verità, da sempre appannaggio dell’impunità statale e militare.

Due testimonianze scomode perché semplicemente vere, pronunciate da altrettanto semplici donne che hanno dovuto, loro malgrado, diventare straordinarie. Un amore interrotto dalla chimica tremenda della grafite e dell’idrogeno e una città spazzata via da una tremenda rabbia ingiustificabile sono il pretesto per parlare dei pericoli che l’accoppiata essere umano/energia nucleare ha imposto e impone ancor oggi al mondo intero.

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Data: 27.01.2016
Fonte: www.teatro.persinsala.it

 

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