La vita di una ragazzina di Chernobyl raccontata dal ei stessa, ormai adulta.
Lyudmila non ha più l’età, e di certo nemmeno la
spensieratezza del gioco. La sua lunga e difficile esistenza si è
impressa nei suoi occhi, nei capelli e nelle mani. Tutto il suo corpo
paga quello scotto che gli viene dall’esser nato “nella parte sbagliata
del mondo”, eppure i ricordi non sono tutti oscuri. È lei la
protagonista di “Mamellata di prugne” di Patrizia Fortunati,
lei e il peso dei decenni che si porta dietro. Tante le parentesi di
gioia che riportano quest’ucraina novantenne, ferma sulla sua sedia
tappezzata di tela, a confessarsi. Davanti ad una tazza di té e ad una
fetta di pane nero ricoperta con un velo di marmellata di prugne, rivede
passare i decenni, a partire dal suo arrivo in Italia per le vacanze
organizzate da molte associazioni per permettere ai bambini nati dopo il
disastro nucleare di Chernobyl, di spezzare il quotidiano di miseria, violenza e radiazioni.
Fonte: www.booksblog.it
Data: 03.09.2013
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