Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

05/09/13

VELASCO A CACCIA DELLE CITTA' FANTASMA


Alla Triennale una pittorica enciclopedia di 416 agglomerati urbani cancellati dalla storia

Pripjat. A leggerlo così pare il nome, piuttosto, d’un dio terribile da universo sanscrito, di quelli che s’incontrano nei saggi, tipo l’Ardore, di Calasso. E invece, forse ci siamo dimenticati anche questo, è il nome qualunque, trapanato-trascinato via, in un oblio stipato di macerie straziate, d’uno di quegli efficienti villaggi-satelliti saprofiti, concretizzati militarmente intorno alla luttuosa città di Cernobyl, con il suo fumante lascito-strascico fosforescente di morte tarlata.  

Come in un film del terrore, come in una versione moderna della storia della cedevole moglie di Lot, che fugge e si volge sventuratamente indietro, salgemmandosi di terrore, anche gl’uomini imbestialiti dal furioso vento avvelenato di morte, che proveniva dal prossimo reattore nucleare V. Lenin (Pripjat era il ricovero notturno dei costruttori della stessa Cernobyl) scappando e volgendosi indietro per un ultimo sguardo di biblico panico, videro le foglie dei ricchi, ipocriti giardini di compensazione sociale, tingersi immediatamente di rosso sangue. Come in una parodia accelerata del Deserto rosso antonioniano.


Fonte: www.lastampa.it
Data: 19.08.2013

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