Chiara Crippa - 21 anni
Università Statale di
Milano
(sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione linguistica e
culturale
Il
giorno 8 Agosto 2014 io e altri cinque ragazzi siamo partiti alla volta di
Novokemp e subito siamo venuti a
contatto con una nuova realtà durante il nostro viaggio in treno. Diciamo che
non è stato uno dei migliori viaggi che uno si aspetta di fare, ma, essendo già
stati informati dalle ragazze del turno precedente, eravamo già
psicologicamente pronti e a dir la verità ci aspettavamo di peggio.
Quando
siamo arrivati alle 5 di mattina Saša e Maksim ci sono venuti a prendere alla
stazione, anche se all’inizio, sia perché eravamo assonnati, sia perché in
Italia non capita spesso che due perfetti sconosciuti ti prendono le valigie
appena scendi dal treno, non avevamo capito che fossero il direttore e un
animatore del villaggio. Quindi possiamo dire che siamo stati accolti sin da
subito in maniera molto gentile ed amichevole.
Appena
arrivati Saša ci ha mostrato il nostro alloggio: una casetta carina tutta per
noi. L’interno era altrettanto accogliente con due camere da letto (una per noi
ragazze e una per Gabriele) e una cucina.
Il
giorno successivo abbiamo conosciuto la nostra responsabile, Katja, che si è
presa cura di noi per due settimane e che sin da subito ci ha messo in contatto
con la cultura, ma soprattutto con la lingua russa e ci ha spinto a parlare
chiedendoci per esempio perché avevamo scelto di fare questa esperienza, oppure
chiedendoci della nostra famiglia. In questo modo ci ha fatto capire che era
davvero intenzionata a conoscerci nel profondo per come eravamo e questo ci ha
spinto a fidarci ciecamente di lei tanto che la chiamavamo la nostra mamma
russa.
Purtroppo
l’ultima settimana è dovuta ritornare a casa sua in Ucraina a causa di complicazioni
che si erano create nel suo Paese e così, al termine della nostra gita a
Novozybkov, l’abbiamo salutata in lacrime e non nego che un pezzo del nostro
cuore sia rimasto con lei.
Per
quanto riguarda le attività all’interno del campus la mattina noi italiani
eravamo divisi in gruppi di due. Io e Elena abbiamo organizzato dei corsi di
balli di gruppo, Michela e Camilla facevano i lavoretti coi bambini, mentre
Gabriele e Ludovica tenevano delle lezioni di giapponese. All’inizio i bambini
erano molto interessati e partecipavano attivamente ai nostri corsi, ma già si
sapeva che fare la stessa cosa per tre settimane li avrebbe stancati e così è
stato. Purtroppo in tutto il campus l’ultima settimana i bambini sembravano
stanchi e non avevano più voglia di fare niente e non c’era nessun tipo di
attività che attirava la loro attenzione.
Nel
pomeriggio c’era un “mega gioco” tutti insieme fatto di tappe e noi animatori
italiani venivamo divisi e messi in coppia con altri animatori russi. In questo
modo non solo avevamo la possibilità di conoscere ciascun animatore, ma anche
di parlare in russo basandoci solo sulle nostre capacità. In generale il fatto
che nel campus non si parlavano altre lingue straniere ci ha spinto a parlare
di più, ma soprattutto ci ha aiutato a capire di più e questo l’ho potuto
notare anche in seguito qui in Italia. quando mi è capitato di parlare con
delle persone provenienti dalla Russia.
I
bambini sono stati la parte migliore in assoluto della nostra “vacanza” perché
ci hanno accolto sin da subito in una maniera splendida. Mi viene in mente il
secondo giorno che eravamo a Novokemp quando due ragazzini, Igor e Roman, sono
subito venuti a presentarsi e ci hanno regalato dei braccialetti come simbolo
di benvenuto. Per tutto il nostro soggiorno i bambini ci salutavano sempre e
quelli più socievoli si sono attaccati molto a noi e così anche noi a loro.
Quando andavamo a mangiare loro erano lì pronti ad abbracciarci, ad augurarci
buon appetito e a dirci se quello che c’era da mangiare era buono oppure no.
La
sera, dopo la discoteca, c’era la planërka.
I primi giorni avevamo tutti molta vergogna a parlare, anche perché avevamo
paura di fare degli errori, ma alla fine era un modo divertente per ritrovarsi
alla sera e trovare dei lati positivi e negativi. Ogni volta poi Irina, Denis e
altri animatori si travestivano ed era quasi impossibile non ridere e
divertirsi da morire.
Passando
ai lati meno positivi, la festa dei genitori la prima domenica al campus è
stata nel complesso una bella giornata perché i bambini hanno potuto esibirsi.
Tuttavia molti non avevano i genitori e la parte peggiore è stata vederli
tristi, anche se Katja ci aveva preparato a questo, ma come puoi prepararti a
situazioni del genere?! Leggere la tristezza palese nei loro occhi è stato
molto doloroso per tutti noi.
Per
quanto riguarda il nostro rapporto con i collaboratori di Radimici nel campus
abbiamo conosciuto Pavel, che ci ha raccontato nello specifico qual era lo
scopo dell’associazione e cosa è accaduto in Russia dopo lo scoppio della
centrale di Cernobyl. È stato un incontro molto toccante come lo è stata la
nostra visita alla sede di Radimici di Novozybkov, dove abbiamo potuto parlare
con altri collaboratori e dove siamo venuti a conoscenza delle attività e dei
servizi che venivano svolti nel centro.
L’ultimo
giorno nel campus è stato molto triste perché tutti i ragazzi sono partiti, ma
gli animatori sono stati carinissimi ad organizzare nel club una cena tutti
insieme dove ci hanno consegnato i nostri attestati di partecipazione. Dopo di
che siamo partiti alla volta della stazione dei treni e tutti ci hanno salutato
in modo caloroso continuando a chiederci di tornare l’anno prossimo.
In
conclusione posso dire che Novokemp è stata un’esperienza indimenticabile che
rimarrà per sempre nei miei ricordi, soprattutto per l’immensa ospitalità e per
l’amore che ci hanno trasmesso le persone che abbiamo conosciuto.
Chiara Crippa
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