Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

22/10/14

NOVOKEMP - AGOSTO 2014 - RELAZIONE DI CHIARA



Chiara Crippa - 21 anni
Università Statale di Milano
(sede di Sesto San Giovanni)
Mediazione linguistica e culturale

Il giorno 8 Agosto 2014 io e altri cinque ragazzi siamo partiti alla volta di Novokemp e subito siamo venuti  a contatto con una nuova realtà durante il nostro viaggio in treno. Diciamo che non è stato uno dei migliori viaggi che uno si aspetta di fare, ma, essendo già stati informati dalle ragazze del turno precedente, eravamo già psicologicamente pronti e a dir la verità ci aspettavamo di peggio.

Quando siamo arrivati alle 5 di mattina Saša e Maksim ci sono venuti a prendere alla stazione, anche se all’inizio, sia perché eravamo assonnati, sia perché in Italia non capita spesso che due perfetti sconosciuti ti prendono le valigie appena scendi dal treno, non avevamo capito che fossero il direttore e un animatore del villaggio. Quindi possiamo dire che siamo stati accolti sin da subito in maniera molto gentile ed amichevole.

Appena arrivati Saša ci ha mostrato il nostro alloggio: una casetta carina tutta per noi. L’interno era altrettanto accogliente con due camere da letto (una per noi ragazze e una per Gabriele) e una cucina.

Il giorno successivo abbiamo conosciuto la nostra responsabile, Katja, che si è presa cura di noi per due settimane e che sin da subito ci ha messo in contatto con la cultura, ma soprattutto con la lingua russa e ci ha spinto a parlare chiedendoci per esempio perché avevamo scelto di fare questa esperienza, oppure chiedendoci della nostra famiglia. In questo modo ci ha fatto capire che era davvero intenzionata a conoscerci nel profondo per come eravamo e questo ci ha spinto a fidarci ciecamente di lei tanto che la chiamavamo la nostra mamma russa.

Purtroppo l’ultima settimana è dovuta ritornare a casa sua in Ucraina a causa di complicazioni che si erano create nel suo Paese e così, al termine della nostra gita a Novozybkov, l’abbiamo salutata in lacrime e non nego che un pezzo del nostro cuore sia rimasto con lei.

Per quanto riguarda le attività all’interno del campus la mattina noi italiani eravamo divisi in gruppi di due. Io e Elena abbiamo organizzato dei corsi di balli di gruppo, Michela e Camilla facevano i lavoretti coi bambini, mentre Gabriele e Ludovica tenevano delle lezioni di giapponese. All’inizio i bambini erano molto interessati e partecipavano attivamente ai nostri corsi, ma già si sapeva che fare la stessa cosa per tre settimane li avrebbe stancati e così è stato. Purtroppo in tutto il campus l’ultima settimana i bambini sembravano stanchi e non avevano più voglia di fare niente e non c’era nessun tipo di attività che attirava la loro attenzione.
Nel pomeriggio c’era un “mega gioco” tutti insieme fatto di tappe e noi animatori italiani venivamo divisi e messi in coppia con altri animatori russi. In questo modo non solo avevamo la possibilità di conoscere ciascun animatore, ma anche di parlare in russo basandoci solo sulle nostre capacità. In generale il fatto che nel campus non si parlavano altre lingue straniere ci ha spinto a parlare di più, ma soprattutto ci ha aiutato a capire di più e questo l’ho potuto notare anche in seguito qui in Italia. quando mi è capitato di parlare con delle persone provenienti dalla Russia.

I bambini sono stati la parte migliore in assoluto della nostra “vacanza” perché ci hanno accolto sin da subito in una maniera splendida. Mi viene in mente il secondo giorno che eravamo a Novokemp quando due ragazzini, Igor e Roman, sono subito venuti a presentarsi e ci hanno regalato dei braccialetti come simbolo di benvenuto. Per tutto il nostro soggiorno i bambini ci salutavano sempre e quelli più socievoli si sono attaccati molto a noi e così anche noi a loro. Quando andavamo a mangiare loro erano lì pronti ad abbracciarci, ad augurarci buon appetito e a dirci se quello che c’era da mangiare era buono oppure no.

La sera, dopo la discoteca, c’era la planërka. I primi giorni avevamo tutti molta vergogna a parlare, anche perché avevamo paura di fare degli errori, ma alla fine era un modo divertente per ritrovarsi alla sera e trovare dei lati positivi e negativi. Ogni volta poi Irina, Denis e altri animatori si travestivano ed era quasi impossibile non ridere e divertirsi da  morire.

Passando ai lati meno positivi, la festa dei genitori la prima domenica al campus è stata nel complesso una bella giornata perché i bambini hanno potuto esibirsi. Tuttavia molti non avevano i genitori e la parte peggiore è stata vederli tristi, anche se Katja ci aveva preparato a questo, ma come puoi prepararti a situazioni del genere?! Leggere la tristezza palese nei loro occhi è stato molto doloroso per tutti noi.

Per quanto riguarda il nostro rapporto con i collaboratori di Radimici nel campus abbiamo conosciuto Pavel, che ci ha raccontato nello specifico qual era lo scopo dell’associazione e cosa è accaduto in Russia dopo lo scoppio della centrale di Cernobyl. È stato un incontro molto toccante come lo è stata la nostra visita alla sede di Radimici di Novozybkov, dove abbiamo potuto parlare con altri collaboratori e dove siamo venuti a conoscenza delle attività e dei servizi che venivano svolti nel centro.

L’ultimo giorno nel campus è stato molto triste perché tutti i ragazzi sono partiti, ma gli animatori sono stati carinissimi ad organizzare nel club una cena tutti insieme dove ci hanno consegnato i nostri attestati di partecipazione. Dopo di che siamo partiti alla volta della stazione dei treni e tutti ci hanno salutato in modo caloroso continuando a chiederci di tornare l’anno prossimo.

In conclusione posso dire che Novokemp è stata un’esperienza indimenticabile che rimarrà per sempre nei miei ricordi, soprattutto per l’immensa ospitalità e per l’amore che ci hanno trasmesso le persone che abbiamo conosciuto.

Chiara Crippa

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