Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/03/16

INTERVISTA A TIMOTHY MOUSSEAU: RADIAZIONI RENDONO MUTANTI INSETTI E UCCELLI




Il biologo Timothy Mousseau ha trascorso anni ad analizzare insetti, uccelli e topi che abitano intorno alle  centrali nucleari di Chernobyl e Fukushima. In un’intervista a DW, condivide alcune sorprendenti scoperte sugli effetti degli incidenti nucleari sulla fauna selvatica.

DW: Professore, ha scoperto qualche cimice (cimice rossonera, nella foto in alto) mutante?
 
Timothy Mousseau: Sì, le cimici sono davvero la “chiave della scoperta”. Il mio collega di ricerca, Anders Moller, ed io abbiamo fatto visita a Chernobyl nel 2011. Abbiamo raccolto dei fiori nella  città di Pripyat, per studiarne il polline, quando Anders ha trovato sul terreno questo piccolo insetto a macchie rosse e nere ed ha detto: “Tim, guarda, è un mutante – è senza un occhio!”.

Da allora abbiamo iniziato ad analizzare questi insetti in ogni luogo che abbiamo visitato, dalle zone più contaminate della Foresta Rossa a quelle relativamente pulite nei villaggi abbandonati. Alla fine abbiamo raccolto diverse centinaia di queste piccole creature. Fu subito molto evidente che i modelli deformi erano molto più diffusi nelle zone ad alta contaminazione radioattiva.
Questo è solo uno dei tanti aneddoti simili riguardo le creature deforme di Chernobyl.  In ogni sasso e roccia su cui camminiamo troviamo un segnale delle proprietà mutageni della radioattività nella regione.

Data: 14.03.2016
Fonte: www.progettohumus.it

NELLE ISOLE DEL LAGO LADOGA È STATO RILEVATO UN SUPERAMENTO DELLA NORMA DI RADIAZIONI DI 1.300 VOLTE




Negli ex poligoni russi per la sperimentazione di sostanze radioattive belliche è stato rilevato un pericoloso superamento delle norme di radioattività che sta passando inosservato da parte degli enti ufficiali. Negli ultimi anni le isole del Ladoga sono diventate un luogo popolare di vacanza dei turisti di San Pietroburgo.


Data: 29.03.2016
Fonte: www.fontanka.ru
Traduzione: S.F. 

29/03/16

MOSTRA FOTOGRAFICA «LA VITA CONTAMINATA: A TRENT’ANNI DA ČERNOBYL’»


14-18 aprile - Novara - Liceo Carlo Alberto - baluardo La Marmora 8/c
19-24 aprile - Baveno - Museo del Granito - piazza Chiesa 8
26-30 aprile - Stresa - Palazzina Liberty - via De Amicis 16
2-8 maggio - Verbania - Ludoteca Zikizikilava - via Battaglione Intra 45

TRENTENNALE DI ČERNOBYL’ - EVENTI NEL VCO E NOVARA


RUSSIA’S KOLA NUCLEAR PLANT TO RUN ITS OLDEST REACTOR EVEN LONGER

Russia’s Kola Nuclear Plant to run its oldest reactor even longer

kola nuclear power plant

MURMANSK – Despite the fact that the Kola nuclear power plant produces 500 megawatts of unneeded energy per year, Russia’s nuclear utility Rosenergoatom is holding a tender for upgrades to the station’s No 1 reactor — with the aim of running it for 60 years.

According to the Goczakupok, the state’s official site for open tenders, Rosenergoatom is billing the work for nearly 700 million rubles ($10.3 million) and the upgrades are to take place between June 1, 2016 and October 1, 2018. Candidates for the project, says the site, are being accepted until April 4 and the winner will be announced by May 4.

Vasily Omelchuk, the plant’s director, says that the foreseeable future holds no possibilities for other energy development, be it in the form of new hydroelectric stations, renewable sources or even the construction of a second Kola nuclear power plant.

“Therefore the engineered lifespans of reactors No 1 and 2 were extended by 15 years to 2018 and 2019,” said Omelchuk. “The station has worked out an investment plan to extend the lifespan of it reactors generally to 60 years, or for 15 years a piece,” he told an ecological gathering of the Murmansk Regional Government and the Public Council on Atomic Energy.

The station’s reactor No 1 this year reached 43 years old. All four of the plants reactors are working on extended engineering lifespans, and each was initially designed expected to run for 30 years.


Data: 27.03.2016
Fonte: www.bellona.org

 

IN THE CHERNOBYL DISASTER ZONE, LIFE - AND DEATH - IS STILL BLEAK


In the Chernobyl disaster zone, life — and death — is still bleak

Twenty-five years after the Chernobyl nuclear reactor spewed its deadly shower of radioactive isotopes, the Russian village of Stary Vyshkov, home to post-Soviet refugees, is still paying the price.

Reporting from Stary Vyshkov, Russia — After Svetlana Ivanova and her husband moved to this village in southwestern Russia 17 years ago, they laughed when they found out what locals called the $4 monthly payment for living in the contaminated Chernobyl zone: funeral money.
Then one warm spring afternoon three years ago, her husband, Pyotr Ivanov, came home from a job-seeking trip to Moscow, put on a clean white shirt, stepped out into the garden "for a smoke" and hanged himself.

"I remembered this sad joke when I buried my husband," she said. "I don't think the benefits he got from the state over the years were enough to buy him a casket."
Ivanova, a mother of three, admitted that sometimes she wakes up in the middle of the night and thinks about killing herself too.
"We all live in radioactive houses, we breathe this radioactive air, we eat this contaminated food, we drink the polluted water," she said, trying to hold back her tears. "We are like prisoners, like hostages with no escape."

Twenty-five years after the Chernobyl nuclear reactor spewed the largest shower of radioactive isotopes in the history of nuclear power, this village 110 miles from the plant is still paying the price.

Stary Vyshkov yields some terrible lessons for a world spellbound by a nuclear disaster at the Fukushima plant in Japan. A tragic convergence of historic events left the village suffering not only some of the worst pollution in a contaminated region, but a plague of stress-related suicides.
Although the region is also beset by a higher-than-normal prevalence of some physical diseases, "it is not the radiation itself that makes these people sick and kills them … but it is what's going on in their minds due to this never-ending stress," said Galina Rumyantseva of the Moscow-based Serbsky Institute for Social and Forensic Psychiatry.
"They just give up any effort to go on living."

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Data: 24.04.2011
Fonte: www.latimes.com
Autore: Sergej Loiko

 


 

IL COMPLOTTO DI CHERNOBYL - THE RUSSIAN WOODPECKER

 

Il documentario d'esordio del regista teatrale americano-portoghese Chad Gracia ha vinto il Gran Premio della Giuria World Cinema al Sundance. Il film è la storia sconvolgente del giovane ed eccentrico artista ucraino Fedor Aleksandrovic che aveva appena quattro anni quando è avvenuto il disastro di Chernobyl. Quell'evento lo ha però segnato profondamente e Fedor, cercando di saperne di più su ciò che è accaduto alla centrale nucleare, si è imbattuto nella Duga, una gigantesca antenna costruita in epoca sovietica nei pressi di Chernobyl, che emetteva un suono costante in bassa frequenza conosciuto come “il picchio russo”. Fedor scopre che il Duga era una delle armi della Guerra Fredda segrete dell'URSS costruite per penetrare i sistemi di comunicazione occidentali e, forse, la mente. Il giovane artista coinvolge in questa scoperta il suo amico americano Chad Gracia, conosciuto a teatro a Kiev e l’operatore Artem Ryzhykov. Le conclusioni a cui arriva il documentario mettono a nudo la crudeltà inflitte all'Ucraina dai suoi vicini russi e si inserisce nel contesto della rivoluziona ucraina del febbraio 2014 e dell'attuale conflitto tra i due Paesi, con le conseguenze che conosciamo per il mondo intero.
 
Fonte: www.ivid.it 

ITALIA: LA CATASTROFE NUCLEARE INSABBIATA DALLO STATO


Italia: la catastrofe nucleareinsabbiata dallo stato

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Quasi nessuno immagina che nel Golfo di Gaeta siano stati scaricati dalla centrale nucleare del Garigliano addirittura radionuclidi artificiali come il Plutonio 239, il Cesio 137 e il Cobalto 60. Le prove dell’ecatombe sono racchiuse in alcuni studi scientifici, come la ricerca di A. Brondi, O. Ferretti, e C. Papucci dal titolo “Influenza dei Fattori Geomorfologici sulla distribuzione dei Radionuclidi. Un esempio: dal M. Circeo al Volturno” (Atti del Convegno italo-francese di radioprotezione. Firenze, 30 Maggio – 1 Giugno 1983), e quella di R. Delfanti e C. Papucci“Distribuzione del 239 Pu, 240Pu e del 137Cs nei sedimenti del Golfo di Gaeta: osservazioni sui meccanismi di accumulo e sulle velocità di sedimentazione”(ENEA – Pas). Sull’aumento della radioattività nei sedimenti marini del golfo di Gaeta ha scritto il 4 agosto 1984 anchel’Istituto Superiore di Sanità, ma senza adottare alcun provvedimento per tutelare l’ignara popolazione:


«Per una serie di ragioni descritte in notevole dettaglio nella letteratura tecnica, si sono prodotti fenomeni di accumulo del Cobalto e del Cesio, scaricati nel fiume Garigliano, all’interno del golfo di Gaeta. Ciò è indubbiamente legato all’insediamento della centrale».

Nel primo documento ritroviamo la citazione relativa all’inquinamento da Cesio 137, «le attività del Cesio137, nei primi due centimetri dei fondali antistanti il golfo di Gaeta, nelle aree di maggiore concentrazione, corrispondono a 7millicurie/kmq (259MBq/kmq)».

Nel secondo rapporto si commenta l’inquinamento da plutonio: «Nella figura allegata sono riportati gli inventari del 239, 240 Pu nei sedimenti, che decrescono all’aumentare della batimetrica (…). Inventari particolarmente elevati (da 2 a 4 volte le deposizioni da fallout, pari a 81 Bq/mq a queste latitudini), sono stati rilevati nell’area fra le batimetriche di 30 e 50m».


Prima o poi bisognerà farci i conti seriamente con questo disastro in atto, provocato dall’Enel e tollerato dai governi italiani. Bentornati alla centrale nucleare del Garigliano in riva al Tirreno. Un impianto di proprietà, appunto dell’Enel, posizionato fra Napoli e Roma, e non ancora bonificato, 36 anni dopo la disattivazione del reattore. Tranquilli, i danni ambientali e sanitari sono andati già in onda, provocando malattie, malformazioni, mutazioni genetiche e morte. Alcuni studi scientifici del Cnen e dell’Enea hanno certificato un inquinamento radioattivo già a partire dagli anni ’70, vale a dire 16 anni prima del disastro di Chernobyl, con cui gli scienziati italidioti di regime giustificano tutto, ma proprio tutte le nefandezze statali.


Data: 27.06.2015
Fonte: www.lapillolarossa15.altervista.org