Tra ritardi e difficoltà impreviste, la bonifica procede con estrema lentezza: si registra il successo di un piccolo test sulla rimozione del materiale fuso, ma al momento è emergenza sulla decontaminazione dell'acqua.
Le operazioni di bonifica del sito nucleare che si affaccia sul Pacifico procedono con lentezza ed estrema fatica. Un cauto ottimismo ha accompagnato il recente successo di un test che ha visto l'utilizzo di braccia robotiche per la rimozione delle barre di combustibile fuso ancora presenti in ciò che rimane dei reattori danneggiati.
Dopo anni di tentativi e insuccessi, con diverse tipologie di robot da decontaminazione rimanere irreversibilmente danneggiati dalle radiazioni, una sonda meccanica calata sul fondo del reattore 2 è riuscita a spostare di alcuni centimetri cinque frammenti di combustibile.
Un'operazione estremamente delicata, perché si tratta di materiale estremamente instabile.
Il test serviva a dimostrare la possibilità di afferrare e spostare con successo il materiale fuso, la cui effettiva rimozione non inizierà prima del 2021.
Data: 11.03.2019
Fonte: www.focus.it
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