La Francia di fronte al peso delle scorie nucleari
Fonte: www.energiaoltre.it
Ad Aube, due centri di stoccaggio ospitano il 90% dei residui radioattivi prodotti ogni anno in Francia. Uno si sta avvicinando alla saturazione e per alcuni rifiuti non c’è ancora una soluzione.
In mezzo ad una fitta foresta, una spianata spoglia, chiusa da cancelli, ospita il centro di stoccaggio francese di Aube dell’Agence nationale pour la gestion des déchets radioactifs (Andra), nel piccolo comune di Soulaines-Dhuys. Al suo interno, racconta il quotidiano Le Monde, “sono sepolti i residui di bassa e media attività degli impianti nucleari francesi. Nel gergo dell’industria sono chiamati ‘a vita breve’, ma rimarranno radioattivi per diversi secoli. Tuttavia, qui, così come nel vicino sito di Morvilliers, viene stoccato il 90% delle scorie radioattive prodotte ogni anno in Francia. E ci si avvicina alla saturazione senza ancora un soluzione.
Come racconta Le Monde “ogni giorno, sei camion scaricano la loro partita di attrezzature contaminate – attrezzi, tute, guanti, scarpe….. – dai reattori EDF, dai centri di ricerca della Commissione francese per l’energia atomica e le energie alternative (CEA) e dagli stabilimenti di Orano (ex Areva). Tutti sono già confezionati in fusti metallici o conchiglie di cemento. All’arrivo, sono identificati da un codice a barre che tiene traccia del loro contenuto, origine e posizione sul sito. Vengono poi impilati, a strati, in grandi cubi di cemento armato, larghi 25 metri e alti 8 metri, con pareti spesse quasi mezzo metro. Una volta riempiti, questi silos sono chiusi da una lastra di cemento che, a lungo termine, sarà a sua volta ricoperta da uno strato di argilla vegetale.
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Data: 09.03.2019Fonte: www.energiaoltre.it
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