Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

01/06/10

COME RICORDO QUEI GIORNI...

Come ricordo quei giorni, mi prende l’angoscia. Davvero all’inizio noi non sapevamo niente e, per le feste di maggio, a Zlynka andavamo alla manifestazione. Ricordo in quei giorni un caldo inconsueto. Dopo la sfilata avevo tutto il viso pieno di macchie rosse, pensavo: sarà la mia pelle sensibile, bianca, che si è scottata per il sole. Ma era Cernobyl. I cordoni dei dosimetristi stavano all’uscita dal bosco vicino al villaggio di Kamen’. Andai da loro a misurare l’accumulo di radiazioni. Mi chiesero da dove venissi. Glielo dissi. Il dosimetrista mi disse: torni a casa, da voi è caduto lo iodio-131, non è così terribile come il cesio e lo stronzio, che il nostro bosco aveva afferrato come una spazzola. Poi si misero a cacciar via le nostre vecchiette dal bosco. Come sempre, andavano là a raccoglier funghi e frutti di bosco… Loro non comprendevano tutto quello che accadeva. E risuonava all’indirizzo dei poveri dosimetristi: «Figli di puttana!». A Kamnja, Ljubino, dopo la tragedia gli abitanti vissero ancora per alcuni anni. Soltanto agli inizi degli anni Novanta vennero trasferiti nelle province di Pogar e Počep. Molti non sono più tra i vivi. […]

Da un commento a un post sul sito non ufficiale di Zlynka

Data: 11.05.2010
Fonte: zlunka.ucoz.net
Traduzione: S.F.

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