Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

14/10/10

PROGETTO «VILLAGGI AMICI»

Le Russie di Cernobyl (del Centro del Sole circolo di Legambiente) propone il nuovo programma "Villaggi amici".

PREMESSE

La provincia russa è un altro paese rispetto alla capitale Mosca. È il paradosso russo: da una parte grande potenza sullo scenario internazionale, dall’altra povertà e depressione per buona parte della popolazione. I bambini della “Russia di Cernobyl” – che in buona parte corrisponde alla regione di Brjansk – continuano a vivere senza un’adeguata tutela sanitario-sociale, meno garantita ad esempio che nella vicina regione bielorussa di Gomel.

Nel corso dell’ultimo decennio sono stati realizzati da circoli e comitati Cernobyl italiani svariati piccoli e grandi interventi di aiuto e di sostegno in diversi villaggi russi e bielorussi della zona di Cernobyl, spesso però senza un’idea d’insieme e di continuità.

IL PROGETTO

La proposta è ora quella di abbinare ufficialmente alcune comunità italiane (comitato Cernobyl + Comune + scuola + associazioni locali) e alcuni villaggi della zona di Cernobyl per creare un rapporto privilegiato e dare continuità negli anni a una serie di iniziative di sostegno, amicizia e scambio.

Il progetto "Villaggi Amici"” diverrebbe così una sorta di contenitore e di coordinamento di appoggio per lo sviluppo di una serie di programmi di gemellaggio tra comunità italiane e villaggi russi (o bielorussi), ognuno con le sue specificità. La continuità del programma e la visibilità specifica del partner beneficiario dovrebbero anche stimolare la partecipazione e la raccolta fondi sul territorio locale italiano.

Dentro la cornice generale del gemellaggio tra due comunità, annualmente si possono poi realizzare progettualità di vario tipo, a seconda delle necessità locali, della fantasia e delle possibilità economiche della parte italiana. Alcuni esempi di possibili programmi:
  • Aiuti materiali a scuole o punti medici (ristrutturazioni, piccoli interventi di manutenzione, acquisti di attrezzature mancanti).
  • Rifornimento annuale di materiale scolastico e ludico per la scuola.
  • Invio in sanatorio nell’ambito del Progetto Dubrava dei bambini di quello specifico villaggio.
  • Sostegno sanitario per bambini con patologie particolari.
  • Borse di studio per ragazzi del villaggio particolarmente meritevoli e con pochi mezzi per proseguire gli studi.
  • Scambi di corrispondenza e lavori artistici tra la scuola italiana e quella russa.
  • Programmi culturali di valorizzazione delle tradizioni locali reciproche.
  • Visita annuale di una delegazione italiana nel villaggio ed eventuale visita di una delegazione russa in Italia.
  • Raccolta di materiali sulla storia e l’attualità del villaggio (con interviste alla popolazione) per fare delle pubblicazioni.
  • Foto e video reportage sul villaggio.
  • Monitoraggio della radioattività del territorio circostante.
  • Diffusione di programmi informativi sulla radioprotezione alimentare.
  • Monitoraggio sanitario della popolazione e raccolta dati.
  • Programma di supporto alle famiglie più disagiate in collaborazione con i Servizi sociali provinciali.
LA GEOGRAFIA DEI VILLAGGI

Il progetto è rivolto specialmente (ma non esclusivamente) ai villaggi delle province maggiormente contaminate della zona di Cernobyl russa, quelle di Novozybkov e Zlynka (regione di Brjansk), dove negli ultimi anni si sono instaurati buoni rapporti con le amministrazioni provinciali, in collaborazione con le quali abbiamo realizzato interventi in alcuni villaggi come Vereščaki e Dobrodeevka.

In provincia di Novozybkov si trovano 19 villaggi principali con la scuola (attorno ai quali ruota una serie di villaggetti e frazioni amministrativamente da essi dipendenti): Vereščaki, Katiči, Starye Boboviči, Novye Boboviči, Staroe Selo, Staryj Krivec, Snovskoe, Zamiševo, Staryj Vyškov, Opytnaja Stancija, Trostan’, Katašin, Belyj Kolodec, Sinij Kolodec, Chaleeviči, Vnukoviči, Krutoberëzka, Manjuki, Šelomy (in neretto nella carina)

In provincia di Zlynka di villaggi principali con la scuola ce ne sono 12: Vyškov, Dobrodeevka, Lysye, Rogov, Sofievka, Karpilovka, Malye Ščerbiniči, Bol’šie Ščerbiniči, Kožanovka, Deniskoviči, Spiridonova-Buda, Petrjatinka.

LA SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA

I villaggi delle province contaminate si trovano in una situazione di depressione socio-economica, in particolare nella provincia di Zlynka, ancora più povera e abbandonata di quella di Novozybkov. È evidente la differenza con la cittadina capoluogo di provincia, dove si sta man mano sviluppando l’iniziativa privata e le condizioni di vita – pur con tutti i problemi – sono un po’ migliori.

Nei villaggi è diffusa la disgregazione famigliare: genitori con più matrimoni incrociati alle spalle, situazioni di violenza famigliare, bambini in tutela e alcolismo dilagante. Molti padri – ma anche madri – per sbarcare il lunario vanno a fare lavori stagionali in nero a Mosca, con prolungate assenze da casa.

LE CASE

La popolazione dei villaggi – in media qualche centinaio di persone – abita per la maggior parte in casette di legno o legno e mattone, alcune dignitose e ben curate, molte in disfacimento e trascurate. In alcuni villaggi vi è anche qualche piccola palazzina. Non di rado le case sono senza servizi interni.

Molte case dei villaggi contaminati che in seguito a Cernobyl vennero in parte evacuati – ma non interdetti – sono state negli ultimi 15 anni ripopolate da famiglie emigrate da Kazachstan, Uzbekistan, Cecenia, Armenia e altre repubbliche ex sovietiche più povere o con situazioni di guerra o instabilità politica. Spesso si tratta di izbe di legno in rovina.

LA SCUOLA

I centri di aggregazione dei villaggi sono le scuole, di solito edifici malmessi e oscuri ma resi dignitosi e vivaci dalle attività di scolari e insegnanti. I bambini passano buona parte della giornata a scuola, dove sono seguiti dalle educatrici, fanno attività ricreative ed è loro garantito un minimo di alimentazione.

I maggiori problemi s’incontrano non tanto tra i bambini, ma tra gli adolescenti e i giovani. Le prospettive infatti sono oscure: difficoltà ad accedere a studi qualificati. mancanza di lavoro, stipendi bassissimi, mancanza di luoghi sociali dove coltivare i propri interessi e le proprie attitudini, alcolismo ecc.

IL SOVIET RURALE

È l’ente di amministrazione locale del villaggio. In generale tutti i villaggi dipendono dall’amministrazione provinciale che ha sede nel capoluogo.

IL KOLCHOZ

In epoca sovietica i kolchoz (fattorie collettive) erano fiorenti e garantivano l’occupazione e l’economia produttiva del villaggio. Ora in Russia si trovano quasi tutti in uno stato di depressione e in perdita; molti chiudono o vengono a mano a mano privatizzati. Si capisce poi che dopo Cernobyl la produzione agricola e zootecnica nelle terre contaminate non ha molte prospettive. Insieme alla scuola e all’amministrazione è comunque spesso l’unica possibilità di occupazione nel villaggio.

IL FAP

La traduzione della sigla russa FAP è “Punto infermieristico-ostetrico”. In pratica i FAP sono degli ambulatori di villaggio, unici punti di assistenza sanitaria per la popolazione rurale, oltre all’ospedale provinciale del capoluogo. Hanno funzione di primo soccorso e assistenza medica di base per gli abitanti del villaggio. È un punto di riferimento indispensabile, soprattutto per la popolazione anziana e più povera. Nella maggior parte dei casi i FAP della provincia russa – per mancanza di fondi da parte dell’amministrazione – sono caratterizzati da problemi strutturali, mancanza di personale specializzato e carenza di strumentazione e medicine di base.

LA CASA DELLA CULTURA

Scuola a parte, è l’unico punto di aggregazione dei villaggi. In edifici tristi, freddi e malmessi, funge di solito da centro culturale, biblioteca, club giovanile, discoteca ecc.

MAGAZIN

È il negozio, il piccolo emporio statale del paese dove si vendono prodotti di ogni genere. In risalto sempre le pile di scatolame e conserve e le bottiglie di vodka. In alcuni villaggi stanno aprendo dei piccoli negozi o bar privati, ma è ancora piuttosto raro.

LA NATURA

I villaggi si trovano solitamente nelle vicinanze di boschi, fiumiciattoli, stagni e laghetti. La natura è bella, anche se spesso trascurata (ad esempio, rispetto alla vicina Bielorussia dove tutti i boschi sono in ordine). Prima di Cernobyl, queste zone avevano anche un discreto afflusso turistico dalle grandi città sovietiche.

La natura circostante offre molti alimenti gratuiti: funghi, frutti di bosco, selvaggina, pesci, tutto in minore o maggiore misura radioattivo, ma che viene regolarmente consumato dalla popolazione. Essendo quasi tutti poveri, le famiglie si garantiscono la sussistenza tenendo anche un orto e alcuni animali.


Link al pdf della presentazione completa del progetto Villaggi Amici

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