Gli scienziati che hanno studiato la fauna di Cernobyl hanno affermato che i DNA degli animali che vivono nei territori contaminati sono, con ogni probabilità, danneggiati dalla contaminazione radioattiva. Due studiosi, un americano e un francese, hanno lavorato a Cernobyl per più di 10 anni, studiando i DNA di insetti, uccelli e mammiferi nella zona d’evacuazione.
Con ogni nuova generazione, le caratteristiche del DNA si modificano in maniera irrilevante a causa del bilanciamento naturale tra le mutazioni e le capacità individuali di ripristino dei DNA danneggiati. Di fatto, è così che le specie si evolvono, e la rapidità di tali cambiamenti, quando ogni pezzetto del codice del DNA viene sostituito da un altro, si chiama velocità di sostituzione. Grazie a questa caratteristica, gli studiosi sono riusciti a distinguere le specie più vulnerabili alle radiazioni. Più di tutti a causa della contaminazione radioattiva hanno sofferto gli uccelli migratori, in quanto il loro meccanismo di ripristino del DNA è il più debole.
Il lavoro degli studiosi dimostra che, purtroppo, la catastrofe di Cernobyl ha conseguenze a lungo termine e il suo effetto sugli organismi viventi, tra cui l’uomo, per ora è difficile da prevedere.
Data: 10.09.2010
Fonte: rnd.cnews.ru
Traduzione: S.F.
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