Titolo: Chernobyl
Autore: Francesco M. Cataluccio
Anno: 2011
Casa editrice: Sellerio
Pagine: 168
La catastrofe nucleare di Chernobyl fu l'estremo anello di una lunga catena di evacuazioni e massacri di genti, di luciferini stermini di culture. Reportage di viaggio in forma di romanzo dalle forti venature autobiografiche, questo libro mira a far riemergere lo spirito sepolto di luoghi abbandonati; a rifarne la storia.
Per i più, Chernobyl è solo la centrale
atomica luminescente per il suo bulbo di uranio infuocato e le storie da
day after seguite all'incidente del 1986, il più grave di tutti i
tempi. Ma quell'evento faustiano, che segnò la vera data finale del
comunismo, fu in realtà l'estremo anello di una lunga catena di
evacuazioni e massacri di genti, di luciferini stermini di culture:
quasi che quell'angolo di terra ucraina fosse luogo eletto di un
progetto per la cancellazione del diritto degli uomini di narrare la
propria storia. E in tale progetto di cancellazione della memoria,
questo libro si immerge e mira a rifarne la storia, quasi in forma di
romanzo dalle forti venature autobiografiche. Chernobyl è un luogo
antico, di numerosissima popolazione ebraica, benché scarse tracce siano
rimaste di quel mondo per provare a immaginarlo. Fu il centro
incontrastato del Hassidismo, che divenne l'anima di quei luoghi. Ma a
Chernobyl e dintorni presero forma le più livide crudeltà delle guerre
tra ucraini, russi e polacchi. Alle vendette staliniane si alternarono
le stragi naziste: l'«Holomodor» (la morte inflitta attraverso la fame)
distese il suo mantello in quei campi, durante le carestie della
collettivizzazione forzata, e cancellò un terzo degli ucraini e il loro
universo contadino; furono annientati gli ebrei e la loro cultura. Ma
intorno a Chernobyl si infittiscono, a cercarle, anche le tracce dei
racconti di Gogol', dei romanzi di Michail Bulgakov, del Babel'
dell'Armata a cavallo, del Grossman di Vita e destino, e di altri
spiriti e demoni. Per cui la catastrofe nucleare, «quando il silenzio è
tornato a regnare nella campagna, è come dopo i massacri, la fame e le
razzie delle guerre». In parte reportage di viaggio in quel che rimane,
in parte archeologia di situazioni umane da cui far riemergere lo
spirito sepolto di luoghi abbandonati, Chernobyl è libro delle
non-radici, in quanto – sembra suggerire Cataluccio – è lo sradicamento
la chiave vera delle vicende private e della storia del Centro Europa.
Fonte: www.sellerio.it
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