Sofia, centrale nucleare in un’area a rischio sisma
Sembrava dovesse rimanere per sempre una cattedrale nel deserto, costruita solo a metà, destinata a cadere nell'oblio. Ma dal cassetto delle autorità in Bulgaria potrebbe presto essere rispolverato un progetto che rischia di mandare su tutte le furie ambientalisti, ecologisti e molti esperti di nucleare.
Quello di una centrale nucleare da edificare in una zona fortemente sismica, sul Danubio, in Bulgaria. Il progetto è quello di Belene, un impianto dalla storia lunga e complicata, nato nel 1980, completato per circa il 50% e poi congelato nel 2012, che sembrava essere stato definitivamente accantonato, soprattutto per lo scarso interesse da parte di investitori stranieri e mancanza di fondi pubblici. Sofia pare essere tuttavia sempre più spinta a rilanciare l'iniziativa. «Se il progetto può portare benefici economici, allora accogliamo investitori, costruiamo, iniziamo a produrre energia», ha auspicato nei giorni scorsi il vicepremier bulgaro, Tomislav Donchev. L'idea di concludere la costruzione di Belene e di far partire i reattori «è ancora attuale», ha confermato ieri il primo ministro di Sofia, Boyko Borisov, lo stesso che nel precedente mandato di governo, dal 2009 al 2012, aveva calato su Belene una pietra tombale. Ma le cose sono cambiate.
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Data: 17.07.2016Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it
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