Chernobyl, la serie tv: tutto quello che è vero e verificato
Fonte: www.ilsole24ore.com
Ecco perché la serie dedicata al disastro nucleare del 1986, sensazionalistica e ambigua, va vista
“Chernobyl” vs Černobyl’: discrepanze
No,
chi è vittima di sindrome da radiazione acuta non sanguina, come invece
più volte mostrato dalla serie di Mazin, in cui un operatore della
centrale, dopo il contatto con una porta vicina al reattore, sembra
addirittura soffrire di emorragie diffuse. E no, che la vicinanza a
persone contaminate equivalga a un contagio non è supportato da alcuna
evidenza scientifica. Una volta lavati gli indumenti, gli oggetti e la
pelle di chi è stato esposto alle radiazioni, la capacità di
trasmissione è pressoché nulla. «Per trasmettere una dose di un
millisievert a una persona a un metro di distanza – dichiarò ai tempi di Fukushima Peter
Caracappa, Chief Radiation Safety Officer della Columbia University ed
esperto di radioprotezione al Renssealaer Polytechnic Institute di
Albany – nell'irradiato dovrebbero depositarsi 19 miliardi di Becquerel
di iodio radioattivo e anche in questo caso l'esposizione aumenterebbe
il rischio di cancro del ‘contagiato' dello 0,004 percento». Si può
tuttavia ipotizzare che urine, sangue o sudore di una persona irradiata
contengano una dose dannosa, ma non ci sono evidenze che la cosa si sia
verificata durante il trattamento delle vittime di Černobyl'.
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Data: 07.07.2019
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