Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

29/08/19

SONO STATI RILEVATI QUATTRO ISOTOPI RADIOATTIVI NELL’ATMOSFERA DOPO L’INCIDENTE NUCLEARE DELL’8 AGOSTO IN RUSSIA


Sono stati rilevati quattro isotopi radioattivi nell’atmosfera dopo l’incidente nucleare dell’8 agosto in Russia



L’agenzia meteorologica statale russa ha detto di aver rilevato la presenza di quattro isotopi radioattivi nei campioni d’aria prelevati a Severodvinsk, in Russia, città che si trova a circa 50 chilometri dalla base militare di Nenoksa, dove lo scorso 8 agosto è avvenuto un misterioso incidente nucleare. Nell’esplosione sono morti cinque scienziati dell’agenzia nucleare russa Rosatom, ma finora il governo russo ha dato pochissime informazioni a riguardo: sembra ormai certo che l’incidente abbia coinvolto un piccolo reattore nucleare che forniva materiale di propulsione a un missile sperimentale che l’esercito russo sta testando da alcuni mesi.

Gli isotopi rilevati sono lo Stronzio-91, il Bario-139, il Bario-140 e il Lantanio-140 e hanno un’emivita (cioè il tempo in cui la loro quantità si dimezza per decadimento) rispettivamente di 9,3 ore, 83 minuti, 12,8 giorni e 40 ore, se esposti all’aria. Secondo il servizio meteorologico russo sono state queste sostanze a provocare il picco di radiazioni nell’aria di Severodvinsk successivamente all’incidente: i valori erano rimasti sballati per due ore e mezza, e in quattro stazioni di Severodvinsk erano stati registrati valori da 4 a 16 volte più alti della norma di raggi gamma, radiazioni potenzialmente molto pericolose.

Data: 27.08.2019

Fonte: www.ilpost.it

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