Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.
Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.
"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.
02/08/16
L'ULTIMA VITTIMA DI HIROSHIMA
Claude Eatherly, pilota e meteorologo, era un ragazzo texano di 27 anni
quando ordinò lo sgancio della prima bomba atomica della storia, Little
Boy, che colpì Hiroshima il 6 agosto 1945. Nonostante la giovane età,
non era certo un dilettante: per quella missione vennero scelti i
migliori piloti della U.S. Army Air Force, ed Eatherly aveva già dato
prova del suo valore militare, abbattendo, nel corso della sua
fulminante carriera, più di trenta aerei nemici. Dopo lo sgancio della
bomba, tuttavia, lasciò l’esercito e rifiutò qualsiasi riconoscimento al
valore da parte degli Stati Uniti. Compì anche maldestre rapine e altri
piccoli crimini, con la speranza di trovare sollievo nel biasimo
collettivo. Ma ciò non bastò a placare i suoi dilanianti sensi di colpa
ed Eatherly venne internato in un ospedale psichiatrico. Fu in questo
momento, quattordici anni dopo Hiroshima, che iniziò un carteggio con
Günther Anders, il filosofo tedesco autore del capolavoro L’uomo è antiquato.
Il risultato è questo libro: un commovente scambio epistolare tra
Anders e un’anima persa, in cerca di un’espiazione tanto impossibile
quanto necessaria. Dopo anni di assenza dalle librerie, torna
disponibile una delle testimonianze più toccanti sul disastro che cambiò
per sempre la coscienza collettiva.
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