La Russia ritira l’accusa di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace
La Russia ritira l’accusa di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace, arrestati per aver preso d’assalto una piattaforma di Gazprom nell’Artico il 18 settembre. Rimane in piedi invece l’accusa di vandalismo per i 30 attivisti di diverse nazionalità. Il 21 ottobre i Paesi Bassi hanno chiesto l’intervento del tribunale marittimo internazionale, ma il 23 ottobre la Russia ha dichiarato che boicotterà l’intervento del tribunale.
- Il 18 settembre la squadra di Greenpeace Arctic sunrise ha cercato di salire su una piattaforma petrolifera di Gazprom nell'Artico russo.
- La squadra composta da trenta persone, 28 attivisti e due giornalisti freelance, provenienti da 18 paesi, è stata fermata dalla Guardia costiera russa il 20 settembre e scortata fino al porto di Murmansk.
- La Russia dichiara che accuserà gli attivisti di pirateria, un reato per il quale rischiano fino a quindici anni di prigione.
- Il 9 ottobre le autorità russe dichiarano di aver trovato sulla nave sequestrata della droga e che la posizione degli attivisti potrebbe aggravarsi.
- Il 9 ottobre il direttore di Greenpeace Kumi Naidoo in una lettera chiede di incontrare il presidente Vladimir Putin.
- Il 21 ottobre i Paesi Bassi avevano chiesto l'intervento del Tribunale marittimo internazionale, ma la Russia ha dichiarato che non parteciperà alle udienze.
- Il 23 ottobre la Russia ha ritirato l'accusa di pirateria, ma rimane in piedi l'accusa di vandalismo.
Data: 23.10.2013
Fonte: www.internazionale.it
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