L'ex
primo ministro, che ha retto le sorti del Giappone durante la crisi
nucleare del 2011, ora è impegnato in una campagna di propaganda perché
siano abbandonati definitivamente i reattori e perché il suo paese sviluppi le fonti energetiche rinnovabili e il setsuden, o risparmio energetico.
Il
10 marzo 2011, il primo ministro Naoto Kan era certo che l'energia
nucleare fosse sicura e vitale per il Giappone. La sera del giorno
seguente, dopo il forte sisma di Tohoku, il successivo tsunami e
l'inizio della crisi nell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi, aveva
cambiato opinione "di 180 gradi". Come ha raccontato in una conferenza
all'YMCA di New York lo scorso 8 ottobre, durante le buie notti passate
nel suo ufficio dopo quell'11 marzo, Kan riusciva solo a chiedersi di
quanto potesse peggiorare la fusione a Fukushima e in che modo impedire
che si aggravasse ancora.
Data: 19.10.2013
Fonte: www.lescienze.it
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