Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

24/07/19

10 COSE CHE NESSUNO SA SU CHERNOBYL

10 cose che nessuno sa su Chernobyl
 La sala controllo di Chernobyl, da dove nel 1982 spensero il reattore n.1 per il primo incidente al nucleo. Non ebbero la stessa prontezza nel 1986, con il reattore n.4.

Incidenti precedenti, caccia ai cani, plutonio militare, rover lunari, turni da 40 secondi, suicidi e l’ingegnere che dopo Chernobyl va a lavorare in un’altra centrale.Tra le pieghe della vicenda che ha sconvolto la storia energetica del mondo ci sono ancora tante cose da scoprire, che fanno riflettere.  

L’impianto di Chernobyl era composto da quattro reattori da 1000 MW ognuno, che producevano un decimo di tutta l’energia elettrica ucraina. Il primo reattore fu commissionato nel 1977, il secondo nel 1978, il terzo nel 1981, il quarto (quello che subì l’incidente) nel 1983. Si trattava di reattori del tipo Rbmk-1000 (РБМК – Реактор Большой Мощности Канальный, ossia Reaktor Bolshoi Moshchnosty Kanalny, che significa ‘reattore di grande potenza a canali’), prodotti solo in Unione Sovietica. Era stato progettato per produrre elettricità  ma anche plutonio. Utilizzava acqua naturale per il raffreddamento e grafite come moderatore: così era possibile adoperare l’uranio naturale come combustibile abbassando notevolmente i costi di costruzione ed esercizio. Ecco perché l’energia elettrica costava meno. Il problema è che un impianto così è intrinsecamente instabile, perché in assenza di acqua, invece che spegnersi (come molti reattori occidentali) impenna la potenza fino a conseguenze estreme. Il disastro è servito di lezione al mondo, non solo comunista: da lì in poi si è avviato un gigantesco ripensamento delle politiche energetiche nazionali.

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Data: 25.04.2019
Fonte: www.lifegate.it

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