Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

04/05/10

ANNIVERSARIO DI CERNOBYL – PERCHÉ PROTESTANO LE ORGANIZZAZIONI AMBIENTALISTE LITUANE, BIELORUSSE E RUSSE?

In questi giorni in cui si celebra l’ennesimo anniversario dell’incidente di Cernobyl le organizzazioni ambientaliste lituane, bielorusse e russe si sono schierate tutte insieme contro i piani di costruzione di nuove centrali nucleari nei loro paesi.
Gli attivisti ritengono che l’edificazione di tali impianti in Lituania, Bielorussia e Russia contemporaneamente rappresenti un particolare pericolo per l’Europa orientale. “Per una regione denuclearizzata!”, “Per un futuro senza atomo” – con questi slogan hanno sfilato lunedì 26 aprile per le vie di Minsk, Kaliningrad e Vilnius. Dalla capitale lituana riferisce la nostra corrispondente Irina Peters.

Irina Peters: A Vilnius I membri delle organizzazioni ambientaliste lituane hanno effettuato un’azione di protesta vicino ai consolati di Bielorussia e Russia e anche davanti al Governo lituano. Essi hanno invitato le autorità e i cittadini di questi paesi a non approvare i piani di costruzione di tre centrali nucleari – quella di Ostrovec in Bielorussia, la “Baltica” nella regione di Kaliningrad in Russia e quella di Visaginas in Lituania. Gli attivisti scherzano amaramente che non vogliono vivere in “un nuovo triangolo delle Bermude”: la centrale nucleare bielorussa con reattori sperimentali vogliono edificarla a 20 km dal confine lituano (che in caso di minaccia d’emergenza vorrebbe dire l’inevitabile evacuazione degli abitanti di Vilnius), quella russa a 12 km. Entrambe le centrali contano di costruirle vicino a dei fiumi – la Vilia e il Nëman. Questo, secondo gli esperti, abbasserebbe il livello dell’acqua, portando alla scomparsa dei salmoni. La centrale di Visaginas in Lituania progettano di costruirla al posto di quella di Ignalina, chiusa di recente su richiesta dell’Unione europea.

Linas Vainius (rappresentante della Coalizione delle organizzazioni lituane per la difesa dell’ambiente): È una minaccia per l’intera regione, per gli abitanti di Russia, Bielorussia, Lituania, nonché di Lettonia e Polonia. È una situazione del tutto nuova, in cui si progetta la costruzione di ben tre centrali nucleari. Vuole dire, tre volte tanto scorie nucleari che verosimilmente rimarranno in questa regione. Tre volte tanto s’innalzerà il pericolo atomico, tre volte tanto aumenteranno tutti gli effetti negativi sulla salute delle persone e sull’ambiente circostante. In nessuno di questi tre paesi la società è stata invitata a discutere, dialogare su come soddisfare i propri bisogni energetici, sul fatto che vadano o meno costruite centrali nucleari. Esse costeranno una cifra enorme, e la gente in ciascun paese ne pagherà il prezzo fino in fondo.

Irina Peters: Vi è nota la posizione dei vostri vicini di Kaliningrad, i membri dell’organizzazione russa “Ekozaščita” (Ecodifesa), riguardo alla già avviata costruzione della centrale nucleare del Baltico?

Linas Vainius: I nostri colleghi di “Ekozaščita” considerano il progetto di costruzione della centrale nucleare del Baltico insensato. È contro gli interessi degli abitanti della regione di Kaliningrad, perché alla corporation di Rosatom che costruirà la centrale interessa il profitto. Il profitto, si capisce, tornerà indietro a Mosca, e a Kaliningrad resteranno le scorie nucleari, il pericolo e altri problemi. Dai politici e dagli industriali sentiamo soltanto slogan, non si sono mai visti dei documenti che dimostrino che gli investimenti nell’energia nucleare siano economicamente vantaggiosi e che il prezzo dell’energia elettrica sia accettabile. Al contrario, in tutto il mondo l’energia nucleare è piuttosto cara.

Irina Peters: Il punto più debole, per non dire tragico, nello sviluppo dell’energia nucleare è il problema del seppellimento delle scorie nucleari.

Linas Vainius: Come prodotto secondario durante la produzione di energia elettrica per via nucleare si ricava plutonio fortemente radioattivo, il cui periodo di dimezzamento è di 24 mila anni. Nessuno può rispondere neanche di quello che accadrà tra cento anni con queste scorie. Se le scorie cadessero in mano di terroristi?, a questo pericolo non si presta mai attenzione, non rientra nei piani di costruzione delle nuove centrali. Chi vorrà custodire queste scorie a casa sua?

Irina Peters: Dopo la chiusura della centrale nucleare di Ignalina, la Lituania, che è rimasta senza una propria fonte di energia elettrica economica e da paese esportatore è diventato paese importatore di energia, è in trattative con Polonia, Lettonia ed Estonia per la costruzione congiunta sul proprio territorio di una nuova centrale nucleare.

Eugenius Uspuras (direttore dell’Istituto lituano di energetica): Una centrale nucleare completamente nuova – sono già state scelte due aree, una all’incirca vicino al 3° e al 4° reattore – si è già iniziato a costruirla dall’altra parte della centrale: Sono già stati scelti i consulenti internazionali, e dunque si procede. Costruiremo una nuova centrale in Lituania.

Irina Peters: I piani della Bielorussia di costruire una centrale nucleare accanto a Vilnius sono da fermare, poiché è un esperimento troppo pericoloso – assicurano gli esperti bielorussi che hanno svolto ricerche indipendenti. A proposito, nella stessa Lituania sono state raccolte 25.000 firme di cittadini contro tali piani. Il progetto non è idoneo per ragioni ambientali, tecniche e giuridiche, contiene gravi violazioni – conferma Tat’jana Novikova, segretario della Commissione ecologica indipendente bielorussa.

Tat’jana Novikova: L’opinione pubblica bielorussa, le persone, i cittadini sentono fortemente la propria responsabilità nei confronti del popolo amico lituano, nei confronti di un popolo vicino a causa di quell’impianto che si sta costruendo ai confini della Lituania. I nostri esperti, scienziati, l’opinione pubblica sono preoccupati di questo. Noi non condividiamo tale punto di vista: dato che qualcuno ha collocato impianti nucleari vicino al nostro confine, allora a nostra volta bisogna costruirne ai confini di uno stato confinante. Come ci hanno dimostrato le lezioni di Cernobyl, le disgrazie atomiche non hanno confini statali e confini di cantieri. L’industria atomica ci assicura che in caso di incidente nucleare le sue conseguenze non si diffonderebbero oltre 4 km. Non è ancora giunto il tempo di dimenticare Cernobyl. Il popolo bielorusso, in quanto vittima dell’incidente di Cernobyl, può oggi testimoniare che tutte le promesse sulla sicurezza delle centrali nucleari sono una menzogna. A tutt’oggi noi sentiamo le conseguenze di cernobyl, e le sentiremo ancora a lungo. Perciò parlare oggi della sicurezza dell’energia nucleare è prematuro. Non esistono impianti per i quali è dimostrata l’assoluta sicurezza e innocuità. Tanto più che l’industria nucleare non ha mantenuto le sue promesse davanti alla società, che l’energia sarebbe stata economica e innocua. Al contrario l’energia è molto cara, le riserve di uranio naturale sono esaurite, l’uranio sale di prezzo. E vi sono sempre più prove della dannosità delle radiazioni, e anche se esse vengono tenute nascoste in Russia e in Bielorussia, lo stesso non si può dire per l’Europa e l’America.

Irina Peters: L’industriale lituano Bronislav Lubis rivolge l’attenzione alle nuove tecnologie dell’energia nucleare, ad esempio alle minicentrali, molto più economiche e meno pericolose di quelle grandi. Le stanno elaborando gli scienziati giapponesi che ritengono che il futuro stia proprio nelle minicentrali nucleari. Tuttavia gli oppositori dello sviluppo dell’energia nucleare in qualunque forma, fondandosi sulle lezioni di Cernobyl, non rinunciano alle loro conclusioni di principio.

Linas Vainius: Cernobyl ha dimostrato che la contaminazione radioattiva non ha confini. E noi invitiamo tutti a pronunciarsi contro lo sviluppo del nucleare.

Irina Peters: I vostri oppositori parlano della necessità di un fabbisogno sempre maggiore di energia elettrica, gli appetiti di persone e paesi crescono.

Linas Vainius: I resoconti energetici a lungo termine indicano che c’è un fabbisogno sempre crescente di un utilizzo più efficace delle fonti di energia esistenti. Noi invitiamo i governi di tutti i paesi a cooperare nello sviluppo di soluzioni energetiche non nucleari.

Irina Peters: il 26 aprile, durante la commemorazione dell’anniversario di Cernobyl, Linas e altri colleghi lituani e russi hanno organizzato a Vilnius dei picchetti davanti ai consolati di Bielorussia e Russia e al governo lituano.

Linas Vainius: Abbiamo fatto una protesta contro la costruzione della centrale nucleare del Baltico. Invitiamo il governo russo a fermare questo progetto, a effettuare delle udienze pubbliche in tutti i paesi vicini sui metodi alternativi di sviluppo dell’energia in questa regione. […]
Irina Peters: In pratica ha avuto inizio la costruzione della centrale nucleare del Baltico?

Linas Vainius: Hanno soltanto posato una pietra simbolicamente. Dovrebbero rivedere questi progetti. È difficile che tale costruzione porti dei vantaggi alla società russa.

Irina Peters: Il premier russo Vladimir Putin non sarebbe affatto d’accordo con voi. Lui ritiene che questo sia proprio quello che ci vuole e ha invitato la Lituania ad aderire alla costruzione.

Linas Vainius: In Russia ci sono molti milioni di altri abitanti che hanno una propria opinione. Le scorie radioattive in Russia poi vengono gettate in luoghi dove non abita il governo, dove non abitano gli alti funzionari. Tutte le nuove centrali nucleari che possono sorgere sono ugualmente pericolose e inaccettabili. Deve passare un po’ di tempo prima che l’opinione pubblica ne comprenda il pericolo.

Andrej Ažavorskij (membro dell’associazione russa “Ekozaščita”): Noi siamo schierati contro la costruzione di centrali nucleari, tra cui quella del Baltico, accanto al territorio lituano. Anche a Kaliningrad ci sono state delle iniziative, un picchetto, là la gente non è a favore della centrale nucleare. Io sono un fisico di formazione, ho partecipato proprio alla valutazione del reattore, a Kaliningrad lo costruiscono secondo un progetto sperimentale, non ci sono precedenti al mondo. Sono stato anche membro della commisione periziale della centrale nucleare bielorussa che vogliono costruire sull’altro confine della Lituania. Il reattore è sperimentale, vale a dire che nessuno è in grado di dimostrare, né a parole, né con slogan propagandistici, né in pratica, che quel reattore è sicuro. […] Per evitare nuove Cernobyl bisogna non costruire nuove centrali nucleari e chiudere quelle vecchie

Irina Peters: Forse prevale il pragmatismo? Si tratta di tantissimi posti di lavoro.

Andrej Ažavorskij: per i kaliningradesi nella costruzione della centrale il lavoro sarebbe limitato ai lavori di scavo. Tutto il resto lo faranno gli specialisti di Rosatom. Una centrale nucleare non la costruiscono non professionisti. I posti di lavoro non sono un argomento. […] Non bisogna costruire centrali nucleari. Significa scaricare sulle nuove generazioni, sui nostri figli, nipoti e pronipoti, il problema delle scorie nucleari, che nessuno è stato in grado di risolvere. Vivere in un simile luogo e pensare: esploderà o non esploderà, seguire la direzione del vento per vedere dove stanno andando le fuoriuscite della centrale, se da noi o dai nostri vicini… Non si devono comprare le persone. Rosatom lo fa. È una potentissima corporation, sostenuta dallo stato. Se in Russia, tanto come in Lituania, chiudessero tutte le centrali nucleari, la gente vivrebbe meglio e ci sarebbero più risorse nel bilancio dello stato, e l’energia si sarebbe in grado di ottenerla da altre fonti. In Russia non si sta facendo una politica di sviluppo delle energie alternative. Questo è un male. E dovremmo farlo.

Tat’jana Novikova: È una questione di responsabilità davanti ai posteri. Noi abbiamo prodotto energia una volta, l’abbiamo consumata, e il danno causato da questa energia si è esteso per 24 mila anni. Non ci sono validi motivi oggi per convincerci che questo sia necessario. Noi non moriamo di fame o di freddo, possiamo economizzare l’energia, sprechiamo inutilmente energia… E vogliamo costruire un’altra centrale nucleare. Non vanno dimenticate le lezioni di Cernobyl. Non solo noi le ricordiamo, ma non vogliamo nuove centrali nucleari.

Data: 27.04.2010
Fonte: www.svobodanews.ru
Traduzione: S.F.

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