La contaminazione radioattiva delle zone colpite dall’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl ha avuto effetti decisamente maggiori sugli esseri viventi che popolano la zona della catastrofe di quanto si riteneva in precedenza.
La più grande catastrofe nucleare della storia accadde a Cernobyl nella notte del 26 aprile 1986. È rimasto contaminato un territorio di 160.000 km². Sono state colpite la parte settentrionale dell’Ucraina, l’ovest della Russia e la Bielorussia. Dal dicembre del 2000 la centrale non è più in funzione.
Gli autori della ricerca, Timothy Mousseau dell’Università della Carolina del Sud (USA) e Anders Moller del Centro nazionale di ricerca francese, hanno studiato la varietà delle specie nella zona della catastrofe. Le loro ricerche mettono in dubbio le rappresentazioni secondo cui l’ecosistema di quella regione si è completamente ristabilito.
I risultati hanno dimostrato come il numero di calabroni, farfalle, ragni, grilli e altri invertebrati sia minore nelle zone contaminate da un effetto molto forte di radiazioni che si sono mantenute lì nel corso di 20 anni.
«Ci sono zone dove vivono più di 100 varietà di insetti per metro quadrato, e altre dove invece ce n’è meno di una per metro quadrato. Questa osservazione vale per tutte le varietà delle specie» – fa notare Moller.
Gli studiosi hanno scoperto che negli esseri viventi che si trovano non lontano dal reattore si riscontrano più frequentemente deformazioni di diverso genere, cambiamento del colore, estremità accorciate.
«Di solito questi esseri viventi diventano presto preda dei predatori, in quanto non riescono a nascondersi velocemente a causa delle loro ali che sono di lunghezza ridotta. In questo caso abbiamo rilevato un numero eccessivo di esseri con malformazioni» – fa notare Moller.
Nell’articolo di Mousseau e Moller, pubblicato nel numero di ottobre 2007 della rivista “Biology Letters”, viene riscontrato come le radiazioni abbiano avuto effetto anche sugli uccelli di bosco. «La diversità delle specie, il numero degli esemplari e la densità di popolazione degli uccelli si sono ridotti con l’aumento del livello della radioattività» – si legge nell’articolo.
Gli autori della ricerca con stupore mettono in evidenza che fino a oggi non sia stata fatta una ricerca standard sull’effetto delle radiazioni sull’ecosistema.
I risultati da loro ottenuti mettono in dubbio il punto di vista secondo cui la regione di Cernobyl sarebbe ecologicamente pulita a causa dell’assenza assoluta del’uomo nel corso di 20 anni: le autorità ucraine l’hanno difatti trasformata in un parco naturale protetto dove vivono lupi, bisonti e orsi.
Data: 18.03.2010
Fonte: RIA novosti
Traduzione: S.F.
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