Due navi arrivano nel porto di Manfredonia il 2 gennaio, con bandiere maltesi. Ma secondo Gianni Lannes,
scrittore ed ex giornalista, sono il cargo Azov Coast, proveniente dal
porto russo di Yeysk, e la bulk carrier Matteo Br da Nikolaev, Ucraina. E
senza che nessuno le controllasse, hanno importato grano dall’estero.
L’accusa è rivolta verso i grandi brand della pasta italiana, che utilizzerebbero di nascosto questo grano, senza curarsi dei rischi legati alla radiazioni nucleari, per la produzione dei prodotti. Per venderli poi sotto il marchio made in Italy.
Citando l’ultimo rapporto di Greenpeace “Nuclear scars: the Lasting
Legacies of Chernobyl and Fukushima”, Lannes ricorda che l’inquinamento
nucleare causato dal disastro di Chernobyl colpisce proprio quelle zone di Russia e Ucraina destinate alla coltivazione.
Oltre 10.000 chilometri quadrati tra Russia, Bielorussia e Ucraina
sono inutilizzabili per migliaia di anni per il plutonio che ha
contaminato il terreno. Eppure, in queste stesse zone colpite dalle radiazioni nucleari, viene coltivato il grano che poi, secondo l’accusa di Lannes, finisce sulle tavole italiane.
Data: 11.01.2017
Fonte: www.ambientebio.it
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