Nella scuola secondaria di Strelichevo, nella provincia di
Khoiniki, tutti, dai più piccoli ai più grandi, conoscono la
radioattività. Per due anni la scuola ha partecipato a un progetto
svizzero. Terminato il progetto, sono però rimasti gli strumenti:
radiometri e bilance elettroniche che vengono utilizzate a lezione nel
circolo “Edelweis”, dove gli scolari verificano il livello di Cesio137.
Gli abitanti del posto a primavera seminano vegetali e, in estate e
autunno raccolgono qui attorno lamponi e funghi. Alcuni di loro portano
prodotti alimentari alla scuola – e i ragazzi che hanno ricevuto della
formazione radiologica sono in grado di misurarne il contenuto di
Cesio137.
Nel circolo di sicurezza radiologica studiano 16 persone – dalla 5a all’11a classe. Alla presenza dei giornalisti i ragazzi hanno effettuato il test per il contenuto di Cesio137 di un litro di latte; il risultato misurato è stato tre volte inferiore al livello massimo ammissibile – quindi a norma.
Dal 2014 al 2017 i bambini hanno misurato 214 volte il contenuto di radionuclidi dei generi alimentari. 17 volte hanno osservato valori superiori ai massimi ammissibili. In particolare, questo superamento si è verificato nel caso di funghi freschi e essiccati, e nel caso di bacche raccolte l’estate. Anche nella carne di un cinghiale selvatico, portato dagli abitanti del posto, si è registrato un superamento dei limiti ammissibili.
Uno dei pedagoghi ricorda il caso accaduto ancora nel 2007 o 2008. Un abitante del luogo aveva portato latte a misurare; il risultato trovato era un valore altissimo di Cesio137.
– Io avevo detto: portate qui quello che date da mangiare alle bestie. E mi hanno portato farina, frumento, fieno. Abbiamo misurato il fieno, e era oltre la norma. Dove lo avevano preso? Scoprimmo che la gente lo andava a raccogliere nella riserva. In questo modo li abbiamo convinti che non si poteva usare quel fieno. – racconta l’insegnante.
Periodicamente i ragazzi misurano il fondo di radiazione nei boschi e nei bacini; non si superano i valori soglia. Hanno misurato anche gli edifici scolastici.
Nel circolo di sicurezza radiologica studiano 16 persone – dalla 5a all’11a classe. Alla presenza dei giornalisti i ragazzi hanno effettuato il test per il contenuto di Cesio137 di un litro di latte; il risultato misurato è stato tre volte inferiore al livello massimo ammissibile – quindi a norma.
Dal 2014 al 2017 i bambini hanno misurato 214 volte il contenuto di radionuclidi dei generi alimentari. 17 volte hanno osservato valori superiori ai massimi ammissibili. In particolare, questo superamento si è verificato nel caso di funghi freschi e essiccati, e nel caso di bacche raccolte l’estate. Anche nella carne di un cinghiale selvatico, portato dagli abitanti del posto, si è registrato un superamento dei limiti ammissibili.
Uno dei pedagoghi ricorda il caso accaduto ancora nel 2007 o 2008. Un abitante del luogo aveva portato latte a misurare; il risultato trovato era un valore altissimo di Cesio137.
– Io avevo detto: portate qui quello che date da mangiare alle bestie. E mi hanno portato farina, frumento, fieno. Abbiamo misurato il fieno, e era oltre la norma. Dove lo avevano preso? Scoprimmo che la gente lo andava a raccogliere nella riserva. In questo modo li abbiamo convinti che non si poteva usare quel fieno. – racconta l’insegnante.
Periodicamente i ragazzi misurano il fondo di radiazione nei boschi e nei bacini; non si superano i valori soglia. Hanno misurato anche gli edifici scolastici.
Data: 22.04.2017
Fonte: www.progettohumus.it
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