[...] Quello che invece è necessario ricordare è che, dal 18 settembre all’altro ieri, trenta attivisti sono stati detenuti (in maniera illegale ed arbitraria) a Murmansk
(nell’estrema parte nord occidentale russa) in diverse strutture di
detenzione preventiva intorno alla città, la più lontana a 150
chilometri. Alcuni senza riscaldamento, alcuni rinchiusi insieme a
condannati per altri reati. Da due giorni sono stati trasferiti a San
Pietroburgo. Gli stessi responsabili di Greenpeace fanno sapere di non
avere dettagli precisi sulla condizione di prigionia attuale. Ma tutto
fa pensare che un carcere russo non meriti recensioni positive su
TripAdvisor.
E’ comunque un’esperienza sconsigliabile a chiunque. Sconsigliabile come quella di vedere la propria nave abbordata da militari in assetto di guerra e chi ti puntano addosso dei mitra. La prima accusa è stata quella di “pirateria”. Che è un po’ come accusare una persona a cui si è dato un pugno di “resistenza facciale”.
Data: 14.11.2013
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
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