Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

15/11/13

GREENPEACE, UNA STORIA DI PIRATI E VANDALI


[...] Quello che invece è necessario ricordare è che, dal 18 settembre all’altro ieri, trenta attivisti sono stati detenuti (in maniera illegale ed arbitraria) a Murmansk (nell’estrema parte nord occidentale russa) in diverse strutture di detenzione preventiva intorno alla città, la più lontana a 150 chilometri. Alcuni senza riscaldamento, alcuni rinchiusi insieme a condannati per altri reati. Da due giorni sono stati trasferiti a San Pietroburgo. Gli stessi responsabili di Greenpeace fanno sapere di non avere dettagli precisi sulla condizione di prigionia attuale. Ma tutto fa pensare che un carcere russo non meriti recensioni positive su TripAdvisor.

E’ comunque un’esperienza sconsigliabile a chiunque. Sconsigliabile come quella di vedere la propria nave abbordata da militari in assetto di guerra e chi ti puntano addosso dei mitra. La prima accusa è stata quella di “pirateria”. Che è un po’ come accusare una persona a cui si è dato un pugno di “resistenza facciale”.


Data: 14.11.2013
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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