Le ricerche di Greenpeace hanno confermato l’elevato livello di contaminazione da radionuclidi della parte sud-occidentale della regione di Brjansk
Data: 10.03.2016
Fonte: www.novozybkov.su
Traduzione: Stefano Fronteddu
A quasi 30 anni dalla tragedia alla centrale nucleare
di Cernobyl, la regione di Brjansk continua a pagarne le conseguenze. Gli
abitanti locali come prima continuano a mangiare prodotti contaminati. Lo
conferma la nuova indagine di Greenpeace International.
Il rapporto intitolato “Ferite atomiche: la lunga eredità
di Cernobyl e Fukushima” include ricerche scientifiche, testimonianze delle
vittime della contaminazione e i risultati di un monitoraggio della
radioattività condotto da Greenpeace in Russia, Ucraina e Giappone. Il suo
scopo è dimostrare come gli incidenti nucleari di grande portata continuino a
influire sulla vita di milioni di persone.
Nell’ottobre del 2015, un gruppo di ricerca di
Greenpeace ha visitato alcune località della regione di Brjansk, in Russia, per
redigere una carta dei livelli di contaminazione radioattiva e per selezionare
dei campioni dei prodotti alimentari che costituiscono la parte fondamentale
dell’alimentazione degli abitanti locali e di materiali legnosi. Tale indagine
preliminare ha mostrato che in una serie di prodotti e materiali legnosi della
regione di Brjansk come in precedenza si è conservato un elevato contenuto di
cesio-137.
«In Russia circa un milione e mezzo di persone vive in
territori ufficialmente riconosciuti come contaminati dalle radiazioni di
Cernobyl. I più colpiti sono gli abitanti della regione di Brjansk, i quali
sono esposti sia all’esposizione esterna dell’ambiente circostante che a quella
interna tramite i prodotti alimentari. Nonostante ciò, il governo di recente ha
escluso con un decreto centinaia di centri abitati dall’elenco ufficiale dei
territori contaminati. Le autorità per motivi di risparmio economico tagliano
uno dopo l’altro sussidi e agevolazioni a beneficio della popolazione che
subisce le conseguenze di Cernobyl. È una cosa inammissibile», ha commentato il
responsabile del programma energetico di Greenpeace Russia Rašid Alimov.
Inoltre il monitoraggio di Greenpeace dimostra che i
boschi intorno a Cernobyl e Fukushima rimangono fonti di radiazioni e
minacciano i vicini centri abitati di nuove ondate di contaminazione.
«Nei villaggi le radiazioni si possono insidiare
ovunque. La potenza della dose d’irradiazione nel parco giochi cittadino di
Zlynka è di 0,84 microsievert/ora
all’altezza di 1 metro e 1,6 microsievert/ora all’altezza di 10 cm. Nel giardino accanto alla scuola di
Starye Boboviči la potenza della dose d’irradiazione è di 0,6 microsievert/ora all’altezza
di 1 metro e 1,1 microsievert/ora all’altezza di 10 cm», è riportato nel rapporto.
Le autorità però con la loro indifferenza sottomettono
al pericolo non soltanto gli abitanti della regione, ma anche di quelle vicine.
«La maggior parte dei centri abitati della regione di
Brjansk venne inclusa nella “zona d’evacuazione”, ma i loro abitanti non sono
poi stati trasferiti. Essi continuano a viverci, esponendosi costantemente all’azione
dei radionuclidi. Molti abitanti delle province contaminate consumano per lo
più prodotti di produzione locale, e il controllo radiologico dei prodotti
alimentari viene svolto in modo irregolare. L’analisi dei campioni di legname
ha evidenziato un’elevata pericolosità nello smercio su vasta scale di legname
contaminato sia a livello locale che nelle altre regioni della Russia e pure all’estero.
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Data: 10.03.2016
Fonte: www.novozybkov.su
Traduzione: Stefano Fronteddu
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