Autore: Martin Cruz Smith
Paese: Usa
Anno: 2015
Genere: romanzo thriller
Come era già accaduto in Gorky Park e in Havana,
Cruz Smith si supera nella raffigurazione dell’ambiente e dell’atmosfera
che fa da sfondo al romanzo. In questo caso, bellissima e dolente è la
descrizione di Pripjat e di tutta la zona di Chernobyl; un paesaggio
allucinante, attraverso il quale Renko si muove con una moto scassata.
La zona di Chernobyl poteva essere considerata come una sorta di bersaglio, con i reattori al centro e attorno due cerchi concentrici, a distanza di dieci e trenta chilometri dal punto centrale. La città morta di Pripjat era compresa all’interno del primo cerchio, mentre la vecchia città di Chernobyl, da cui la centrale nucleare aveva preso il nome, era in realtà più lontana, nel cerchio esterno. Insieme, i due cerchi componevano la “Zona di esclusione”.Sulle strade, in corrispondenza del primo e del secondo cerchio, erano stati istituiti posti di blocco…
Tutta la zona è stata sigillata dopo il disastro nucleare e solo pochi
gruppi di scienziati e soldati si aggirano per vie deserte ed edifici
abbandonati. Nella zona risiedono anche alcuni sciacalli disperati, come
i due uomini incontrati da Renko, “che stavano smembrando un’auto
corazzata con una saldatrice ad arco. I pezzi di ricambio radioattivi
provenienti dal deposito venivano venduti illegalmente a Kiev, Minsk e
Mosca”.
Ne scaturisce un dipinto realistico e fantasmatico di una civiltà senza futuro, dove personaggi, consapevoli della prossima e inevitabile fine (il tasso del cancro è 65 volte superiore alla media), bevono vodka, fumano e mangiano come se fosse il loro ultimo giorno di vita.
La zona di esclusione, abbandonata dagli uomini e dalla civiltà stessa, è diventata il miglior rifugio degli animali selvatici, soprattutto lupi, e le piante hanno ripreso il sopravvento sugli edifici:
«I cani se li mangiano i lupi.» Sembrava che quello fosse il motto
del villaggio, pensò Arkady. Roman scosse la testa come se stesse ancora
soppesando la questione. «I lupi odiano i cani. Li cacciano perché li
considerano dei traditori. Se ci pensa bene, i cani sono cani solo
grazie agli uomini; altrimenti sarebbero lupi anche loro, non crede? E
che fine faremo una volta che non ci saranno più cani? Sarà la morte
della civiltà.»
Data: 23.01.2016
Fonte: www.thrillercafe.it
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