Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

01/04/16

FUKUSHIMA, COME L’UOMO DISTRUGGE LA NATURA


Fukushima, come l’uomodistrugge la natura
 fukushima

Frutta e fiori abnormi, lucertole bicefale, vermi con dna irrimediabilmente danneggiato, pesci giganti e riduzione della fertilità di alcuni uccelli. E’ la natura a raccontare il disastro di Fukushima 5 anni dopo. L’11 marzo 2015 lo tsunami generato da un sisma di magnitudo 9 localizzato a 30 km di profondità si abbatte sulla costa giapponese, provocando 15.700 morti, 4.600 dispersi, 130.000 sfollati e distruggendo 332.000 edifici. Ma è solo l’inizio. L’onda, infatti, travolge anche due reattori della centrale Fukushima Daiichi causando la più grande catastrofe nucleare della storia insieme a Chernobyl. Con una differenza sostanziale però: se l’impatto della tragedia in Ucraina fu quanto meno circoscritto dopo l’esplosione a cielo aperto, l’emergenza in Giappone non si può ancora definire conclusa. Tra reticenze e ritardi nelle bonifiche, il caso sta scalfendo il mito della trasparenza ed efficienza di un Paese che dell’atomo sicuro aveva fatto un credo anche per via delle tragedie della Seconda guerra mondiale.

Secondo il rapporto “Radiation Reloaded”, pubblicato dalla costola nipponica di Greenpeace, le conseguenze dell’incidente su foreste, fiumi ed estuari dureranno decenni, se non secoli. Gli  elementi radioattivi a lunga vita sono, infatti, stati assorbiti da piante e animali, riconcentrati tramite le catene alimentari e trascinati a valle verso l’Oceano Pacifico da tifoni, inondazioni e dallo scioglimento della neve. A riprova, sottolinea Kendra Ulrich, che “il programma di decontaminazione del governo giapponese non avrà quasi nessun impatto sulla riduzione del rischio ecologico legato all’enorme quantità di radioattività emessa nel disastro nucleare di Fukushima”. Un vero e proprio schiaffo alla natura.


Data: 11.03.2016
Fonte: www.interris.it

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