Fukushima, come l’uomodistrugge la natura

Frutta e fiori abnormi, lucertole bicefale, vermi con dna irrimediabilmente danneggiato,
 pesci giganti e riduzione della fertilità di alcuni uccelli. E’ la 
natura a raccontare il disastro di Fukushima 5 anni dopo. L’11 marzo 
2015 lo tsunami generato da un sisma di magnitudo 9 localizzato a 30 km 
di profondità si abbatte sulla costa giapponese, provocando 15.700 
morti, 4.600 dispersi, 130.000 sfollati e distruggendo 332.000 edifici. 
Ma è solo l’inizio. L’onda, infatti, travolge anche due reattori della 
centrale Fukushima Daiichi causando la più grande catastrofe nucleare 
della storia insieme a Chernobyl. Con una differenza sostanziale però: 
se l’impatto della tragedia in Ucraina fu quanto meno circoscritto dopo 
l’esplosione a cielo aperto, l’emergenza in Giappone non si può ancora 
definire conclusa. Tra reticenze e ritardi nelle bonifiche, il caso sta 
scalfendo il mito della trasparenza ed efficienza di un Paese che 
dell’atomo sicuro aveva fatto un credo anche per via delle tragedie 
della Seconda guerra mondiale.
Secondo il rapporto “Radiation Reloaded”, pubblicato
 dalla costola nipponica di Greenpeace, le conseguenze dell’incidente su
 foreste, fiumi ed estuari dureranno decenni, se non secoli. Gli  
elementi radioattivi a lunga vita sono, infatti, stati assorbiti da 
piante e animali, riconcentrati tramite le catene alimentari e 
trascinati a valle verso l’Oceano Pacifico da tifoni, inondazioni e 
dallo scioglimento della neve. A riprova, sottolinea Kendra Ulrich, che 
“il programma di decontaminazione del governo giapponese non avrà quasi 
nessun impatto sulla riduzione del rischio ecologico legato all’enorme 
quantità di radioattività emessa nel disastro nucleare di Fukushima”. Un
 vero e proprio schiaffo alla natura.
Data: 11.03.2016
Fonte: www.interris.it
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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